martedì 9 ottobre 2012
ROMA TORNA CAPUT MUNDI DA DOMANI AL COLOSSEO
Una mostra di grande ricchezza, che racconta la potenza universale dell'impero di Roma, e' quella che si apre domani nelle tre sedi del Colosseo, della Curia
Iulia e del Tempio del Divo Romolo nel Foro Romano. Attraverso un centinaio di opere provenienti dai maggiori musei archeologici d'Italia, la rassegna illustra l'espansione politica e culturale della citta' eterna mettendo in luce, oltre
alla volonta' di dominio, anche l'aspetto dell'apertura e
dell'integrazione nei confronti dei popoli conquistati.
Presentata oggi dalla soprintendente Maria
Rosaria Barbera, 'Roma Caput Mundi. Una citta' tra dominio e
integrazione' e' stata curata dallo storico Andrea Giardina
(docente alla Scuola Normale di Pisa) e dall'archeologo
(all'universita' di Napoli L'Orientale) Fabrizio Pesando, che
hanno compiuto insieme una scelta molto mirata di preziosi
reperti per restituire al grande pubblico il vero carattere e la
complessita' di Roma.
Scopo della soprintendenza e dei curatori e' stato
principalmente quello di ribaltare l'immagine falsata dal
cinema. ''Dal Gladiatore in poi, e quindi con le fiction piu'
recenti - ha detto la Barbera - e' arrivato il messaggio di un
impero massacratore, ma e' solo una delle facce in cui si
manifesto' la citta' eterna''. ''Dominatori, marziali, brutali,
sadici'', cosi', ha aggiunto Giardina, sono ormai gli antichi
romani nell'immaginario collettivo. ''Non e' che questo aspetto
non sia stato vero, ma non e' l'unico - ha proseguito lo
studioso - ogni impero diventa grande infliggendo sofferenze
alle popolazioni''.
Nelle sezioni allestite al Colosseo, alla Curia Iulia e la
rassegna cinematografica del Tempio di Romolo, il percorso
espositivo completa la visione storica, sviluppando il lato di
apertura verso i popoli, perseguita nei secoli alacremente. ''Fu
una societa' con fortissime disparita', ma al tempo stesso
straordinariamente aperta'', ha spiegato Giardina, citando il
fenomeno della schiavitu', a Roma ai massimi livelli. Eppure si
inizio' a liberarli, approntando procedure burocratiche molto
snelle, e i liberti, in eta' imperiale raggiunsero un enorme
potere. Come Narciso, il liberto dell'imperatore Claudio (in
mostra una fistula con il suo nome). Per non parlare
dell'estensione della cittadinanza romana a tutte le popolazioni
soggiogate. Nel giro di tre generazioni, dalla provincie
arrivarono imperatori come Adriano e Traiano.
''La mostra ha una narrazione complessa'', ha detto Fabrizio
Pesando sottolineando la difficolta' di selezionare opere capaci
di evocare questo processo di integrazione. Ecco quindi i
pannelli provenienti da una tomba sunnita di Nola (IV secolo
a.C.) che raffigurano l'aristocrazia italica o i fregi pompeiani
che ricordano come la citta' campana da oggetto di conquista si
trasformo' presto in prezioso alleato. Il calco della colonna
Traiana parla invece di trionfi come la Vittoria alata rinvenuta
negli scavi del Quirinale. Si susseguono i busti dell'imperatore
africano (Settimio Severo), di quello barbaro (Massimino il
Trace), di Adriano e Traiano, mentre le successive sezioni
approfondiscono i temi della schiavitu', della relazione con
Atene e i culti religiosi che imperversarono nella Roma
imperiale.