sabato 17 novembre 2012

Marfa girl vince il Roma film festival

Chiusura col botto per la settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma: la giuria presieduta da Jeff Nichols (con Valentina Cervi unica italiana) ha sorpreso tutti con decisioni contro ogni pronostico. Ha vinto 'Marfa girl', il controverso film di Larry Clark che racconta e mostra la formazione di un gruppo di adolescenti a base di sesso, droga, rock and roll, arte, violenza e razzismo. A Marfa, in Texas, dove i conflitti etnici sono acuiti dall'insediamento sul territorio di un'eccentrica comunita' di artisti. Nella foto il regista Larry Clark con il Marcaurelio 2012.

"Un MarcAurelio non si nega a nessuno"

Doppietta a sorpresa per 'E la chiamano estate' di Paolo Franchi al Festival Internazionale del Film di Roma: miglior regista e miglior attrice Isabella Ferrari. 'E la chiamano estate' di Paolo Franchi ha rappresentato uno dei pochi momenti di scandalo e polemiche della settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma. La pellicola, accolta malissimo dalla stampa, é stata difesa dal regista nell'incontro con i giornalisti dove ha spiegato di aver voluto raccontare l'amore "non da Baci Perugina" attraverso le gesta di un marito che non fa l'amore con la moglie perchè l'ama troppo e cerca il sesso con prostitute, coppie scambiste o pazienti semiaddormentate. L'uomo non è capace di dare piacere alla moglie, anzi la evita con attenzione ma chiede agli ex della donna di tornare a cercarla e magari di andarci a letto: "Una scopata non si nega a nessuno", la battuta che ha provocato l'ilarita' dei giornalisti. In tutto questo una donna, Isabella Ferrari, sempre nuda e vogliosa ma cosciente dei tradimenti del marito, eppure incapace di tradirlo a sua volta. Fino a quando decide di farlo e si pente di questo suo momento di normalita'. Tanto sesso mostrato e raccontato, sempre comunque in chiave patologica, una vicenda che non evolve e che si puo' ricollegare alla filosofia di Bergson, ma non come vuole Paolo Franchi "perche' si vive il tempo interiore dove non c'e' cronologia", ma perche', manca lo slancio vitale di cui parla lo stesso filosofo francese come motore dell'esistenza. Un film che la maggior parte dei giornalisti ha bocciato senza appello e che la giuria presieduta da Jeff Nichols ha invece amato al punto da darle due riconoscimenti. Miglior attrice del Festival e' stata Isabella Ferrari che ha visto premiato il suo coraggio di partecipare a questo film: "Quando Paolo Franchi mi ha proposto di fare questo ruolo - ha detto l'attrice - devo dire di non aver capito molto".
  "Per me pero' il regista e' fondamentale e quando l'ho incontrato ho deciso di prendere parte al film. Questa e' una pellicola d'autore - ha aggiunto - e io mi ci sono buttata a capofitto. Paolo mi ha chiesto di non costruire nulla, di non avere maschere e per me e' stato bellissimo. Nel girare le scene di nudo - ha spiegato abncora la Ferrari che appare spesso senza veli, a partire dalla scena che apre il film, un primo piano della sua vagina - non ho provato imbarazzo anche se ci sono arrivata dopo un grande lavoro fatto col regista: Paolo Franchi mi ha detto di non costruire nulla e io ho pensato al vuoto. Questo mi ha aiutato a trovare la morbidezza per fare quelle scene". Nella foto il cast e il regista Paolo Franchi un attimo prima della premiazione.

Pulce non c'è, il premio speciale sì

"Pulce non c'e'" di Giuseppe Bonito, unico film italiano presente nel Concorso di Alice nella Citta' vince il Premio speciale della Giuria nella decima edizione la sezione di cinema per ragazzi, parallela e autonoma dal Festival Internazionale del Film di Roma. "In un panorama cinematografico internazionale di pellicole poco coraggiose e' difficile trovare un film che sussurri con delicatezza la essenza della vita", la motivazione del premio. E' per questo che i giurati di Alice nella Citta' hanno deciso di assegnare il Premio Speciale della Giuria a "Pulce con c'e'", "capace di far emergere con onesta', dignita' e profonda dolcezza una realta' spesso fraintesa. In modo fresco e leggero la pellicola racconta una quotidianita' difficile con uno sguardo innocente, puro, raro".

La Razzabastarda di Alessandro Gassman sfila sul red carpet

''Il viaggio di 'Razzabastarda' nasce nel 1984 off Broadway. Robert De Niro legge Cuba and his 'Teddy Bear' del cubano Reinaldo Povod e lo mette in scena per 6 settimane, con grandissimo successo. Mi sono chiesto perche' un genio come lui l'avesse scelto, l'ho letto e l'ho portato a teatro, trasformando i cubani del Bronx anni '80 nei romeni di oggi, anche perche' quel Bronx assomiglia molto alle nostre periferie attuali''.
Il successivo passaggio e' il cinema. 'Razzabastarda', scritto con Vittorio Moroni, diretto e interpretato da Alessandro Gassman e in cartellone alle Prospettive Italia del festival di Roma.
Dopo 300 repliche e 280mila spettatori a teatro, Gassman ne ha fatto la sua opera prima, portando sul grande schermo i colleghi di palcoscenico, le maestranze conosciute in 30 anni di carriera e la storia di Roman (lui stesso), romeno in Italia da 30 anni, e il suo sogno, garantire un'esistenza migliore al figlio Nicu (Giovanni Anzaldo), che ha cresciuto senza madre. Nel cast anche Manrico Gammarota, Sergio Meogrossi, Matteo Taranto, Madalina Ghenea e Michele Placido.(segue)
''La storia mi aveva molto commosso, il plot centrale e' anche qui sul rapporto padre-figlio, ma volevamo entrate in mondi non esplorati a teatro, parlare degli emarginati della nostra societa' e ho avuto liberta' totale di agire seguendo la mia immaginazione - ha dichiarato Alessandro Gassman- Vedere il film finito e scoprirlo molto simile a come l'avevo immaginato, e' il godimento piu' grande della mia trentennale carriera. E credo mio padre avrebbe amato questo film senza tanti orpelli, e' una storia credibile ma non totalmente realistica''.

Musiche di Pivio e Aldo De Scalzi, una canzone originale di Francesco Renga, Razzabastarda e' in bianco & nero, perche' ''immagino quel mondo senza colori e non elegante'', ha aggiunto dice Gassman.
Qualcuno tira in ballo Pasolini, ma il neoregista ha spiegato ancora: ''Non ci avevo pensato, nel caso e' un onore. Io mi sono ispirato a 'L'odio' di Mathieu Kassovitz, che ho visto e rivisto, e al 'Larry Clark' di Kids e Ken Park''.

Francis Bacon: la dissacrazione del corpo umano

Torna anche quest'anno il progetto "Alto Basso. Alla Soffitta e al Berti" promosso dal Comune di Sesto Fiorentino e dal gruppo “La Soffitta - Spazio delle Arti”. La terza edizione, a cura di Giulia Ballerini, vedrà anche la collaborazione del Centro Culturale della Fondazione di Ca’ la Ghironda di Ponte Ronca di Zola Predosa (Bologna). "Alto Basso" quest’anno ospiterà le opere di un artista fondamentale per lo sviluppo delle arti figurative del XX secolo, Francis Bacon, coinvolgendo come di consueto due sedi: il Centro espositivo “Antonio Berti”, nel centro cittadino, dove saranno esposti i quadri ad olio e i disegni di Bacon (in tutto 99 opere) e i locali de “La Soffitta - Spazio delle Arti”, nella sede dell'Unione Operaia di Colonnata, dove sarà presentata la sezione dedicata alla fisiognomica. In questa sede saranno presenti 35 opere di autori tra i quali Basquiat, De Maria, Lindstrom, Warhol, Casagrande, Cuniberti, Baj, Newman, Borra.
In occasione del ventennale dalla morte, la mostra è un omaggio a Francis Bacon (Dublino 1909-Madrid 1992), l’artista più tormentato del Novecento, che ha cercato con la sua opera di indagare l’essenza e la psiche dell'uomo contemporaneo, dissacrandone il corpo e svelando gli aspetti più reconditi dell'Io. Francis Bacon: la dissacrazione del corpo umano
Disegni e dipinti a confronto con 35 fisiognomiche di artisti contemporanei
Sesto Fiorentino, 25 novembre 2012 - 13 gennaio 2013

La libertà delle foglie morte

Oggi, sabato 17 novembre 2012, ore 17,00, sarà presentato a San Pietro Infine (Caserta), Sala Convegni del Comune, Piazza Risorgimento, il libro “La libertà delle foglie morte” di Elide Ceragioli, scrittrice di Campi Bisenzio (Firenze).
Il programma prevede, dopo il saluto del Presidente dell’Associazione “Ad Flexum” Maurizio Zambardi, interventi di Amerigo Iannacone, Poeta e Scrittore, Giuseppe Napolitano, Poeta e operatore culturale, Ida Di Ianni, Poetessa e operatrice culturale. A conclusione intervento dell’Autrice.
L’evento è organizzato dell’Associazione Culturale “Ad Flexum” di San Pietro Infine, dal mensile letterario “Il Foglio volante - La Flugfolio” e dal Centro Studio Letterari “Tre Torri” di Venafro.
“La libertà delle foglie morte è un romanzo di fantasia a sfondo storico ambientato a Berlino, in epoca nazista, al momento dell’emanazione delle leggi razziali si rivolge ad un pubblico adulto raccontando il salvataggio di molti ebrei da parte di protagonisti diversi le cui vicende si intrecciano per un arco di tempo breve, ma intenso.
Elide Ceragioli, nata a Massa il 30 ottobre 1954, vive dalla metà degli anni ’80 in una frazione del comune di Campi Bisenzio alle porte di Firenze.
Felicemente sposata dal 1982, ha due figli: Andrea nato nel 1987 e Chiara nel 1989.
È medico ed esercita con passione la professione di neuropsichiatra-infantile in ambito ospedaliero.
Occupa il tempo libero in attività di volontariato insieme al marito con cui condivide, anche la responsabilità del “Centro Diocesano di Pastorale Familiare” dell’Arcidiocesi di Firenze.
Fin da ragazza coltiva la passione per la lettura e si diletta a scrivere racconti, partecipando a numerosi concorsi con buoni piazzamenti ed una dozzina di pubblicazioni.
A gennaio 2011 esce il suo primo romanzo “La libertà delle foglie morte” e ad aprile 2012 la raccolta di racconti “I colori dell’albero e altri racconti” pubblicati da La Riflessione-Davide Zedda Editore.

NuoveForme Diamonds in “Corrispondenze” al Cardinal Massaia di Torino

Sabato 17 alle ore 21 e domenica 18 novembre alle ore 16 va in scena “Corrispondenze”, la nuova produzione della compagnia NuoveForme Diamonds liberamente tratta dall’opera Variazioni Enigmatiche di E.E. Schmitt.
Una commedia drammatica che vede protagonisti due uomini, un reporter e un premio Nobel per la letteratura al quale il primo chiede un'intervista. Il premio Nobel è un uomo molto bizzarro, vive su una piccola isola vicino al Polo Nord e passa il tempo componendo lettere per una donna, forse un'immagine della sua mente, che egli ama ormai da molti anni. Il colloquio tra i due uomini crea un corto circuito di relazioni imprevedibili e non sempre decifrabili, talvolta comiche ed esilaranti, altre volte tragiche ed emozionanti, fino alla rivelazione dell'ultimo drammatico segreto. L’unione della parola al gesto coreografico offre una lettura originale della vita e del carattere dei protagonisti, con un doppio livello di narrazione simultaneo e complementare.
Con Simone Faraon, Paolo Mazzini, Elisa Alberghini e Francesca Roi. Regia e coreografia di Sergio Cavallaro.
Afferma il regista: “Di fronte ad un’opera del genere, ho dovuto necessariamente dare libero sfogo creativo al sottotesto attraverso la danza. Il pensiero e l'azione, o la parola che ne consegue, per loro natura non sono mai simultanei e non sempre l'uno soddisfa le attese dell'altro. E viceversa. Nella mia immaginazione appare dunque un "SOPRA" fatto di parole ed apparenze, precario e fluttuante, ed un "SOTTO" composto da pensieri, sedimentazioni di resti di azioni passate e gesti. Entrambi i livelli comunicano, interagiscono, creano linee immaginarie di relazioni che non sempre viaggiano parallele. Si ipotizza che ogni persona abbia un proprio pensiero ed una propria azione. Tuttavia in alcuni momenti sembra si voglia lasciare a qualcun'altro la responsabilità delle nostre azioni per pigrizia, per inettitudine, per paura o semplicemente per avere un'alternativa. Per sentirsi liberi. Cosa accadrebbe, dunque, se il nostro SOPRA non fosse SPINTO dal nostro SOTTO ma dal SOTTO di un altro? Se una donna dal suo SOTTO spingesse due uomini ad azioni fino ad allora impreviste? Queste sono corrispondenze, queste sono le mie variazioni enigmatiche."

Tappeto rosso per 100 operai in tuta blu

Saranno un centinaio gli operai e lavoratori, provenienti da tutta Italia, a sfilare sul red carpet del Festival Internazionale del Film di Roma oggi, sabato 17 alle 14.30, per la presentazione di DELL’ARTE DELLA GUERRA. Il documentario, diretto da Silvia Luzi e Luca Bellino, in concorso nella sezione Prospettive Italia, racconta, infatti, quella estate del 2009, quando 4 operai si arrampicarono su un carroponte all'interno della INNSE, la storica Innocenti di Milano, per impedirne la chiusura. Dalla protesta sociale al grande schermo che la racconta il passo è breve e il Festival diventa occasione per raccontare, ricordare e non dimenticare una vicenda che rivive nelle sommosse e manifestazioni operaie drammaticamente attuali.
Gli autori, Silvia Luzi e Luca Bellino, già registi di La minaccia, uno dei documentari italiani più premiati degli ultimi anni, costruiscono una sorta di saggio, un manuale di politica e guerriglia.
“Volevamo raccontare la lotta, il lavoro, la resistenza. Volevamo creare un manuale in quattro mosse. Individuare il nemico. Formare un esercito. Difendere il territorio. Costruire una strategia.”
Una produzione KINO Produzioni in collaborazione con Indieair Films, in associazione con Tfilm.

Al poeta Domenico Adriano il Premio “Città di Sant’Elia Fiumerapido”

Si terrà sabato 24 novembre prossimo alle ore 17,30 a Sant’Elia Fiumerapido, Sala Convegni del Comune, Villa Comunale, la cerimonia conclusiva del Premio di Poesia “Città di Sant’Elia Fiumerapido”, giunto quest’anno alla 15ª edizione.
Il primo premio viene assegnato quest’anno al poeta Domenico Adriano (Roma), ben noto negli ambienti letterari. Il secondo premio va a Maria Benedetta Cerro (Castrocielo - Frosinone), il terzo a Leonardo Facchini (Torino). Finalisti: Ermanno Boffi (Milano), Edmondo D’Amici (Pofi - Frosinone), Floredana De Felicibus (Atri - Teramo), Anna De Santis (Cassino - Frosinone), Franco Fiorini (Veroli - Frosinone), Maria Giusti (Venafro - Isernia), Maria Natalia Iiriti (Bova Marina - Reggio Calabria), Umberto La Marra (Candia Canavese - Torino), Francesca Morelli (Atina - Frosinone), Domenico Novaresio (Carmagnola - Torino), Domenico Ruscetta (Ceprano - Frosinone), Andrea Venzi (Bologna).
Un evento, il Premio “Sant’Elia Fiumerapido”, che, nei suoi quindici anni di vita, si è andato imponendo all’attenzione del mondo letterario ed è diventato, anno dopo anno, un appuntamento importante e atteso. Grazie a una Giuria – composta da Amerigo Iannacone (Presidente), Carmine Brancaccio, Paolo De Paolis, Ida Di Ianni e Graziuccio Di Traglia – che ha operato sempre le scelte giuste e grazie anche alla collaborazione dell’Assessore alla Cultura del Comune di S. Elia Antonio Trelle, e ad Angela Di Cicco, Presidente della commissione Cultura. Una parola di lode va inoltre rivolta al Sindaco Fabio Violo, che ha sempre sostenuto l’iniziativa.

“MY SWEET ORANGE TREE” DI MARCOS BERNSTEIN TRIONFA AL CONCORSO DI ALICE NELLA CITTÀ

Si conclude oggi la decima edizione di Alice nella Città, la sezione di Cinema per ragazzi, parallela e autonoma dal Festival Internazionale del Film di Roma.
Alle 11.00 nella Salacinema Lotto la Direzione artistica, Fabia Bettini e Gianluca Giannelli, alla presenza della Giuria di Alice nella Città, ha consegnato il Premio come Miglior film del Concorso Young Adult (premio economico di 10.000 euro) di Alice nella Città al brasiliano “My Sweet Orange Tree” di Marcos Bernstein “per il perfetto equilibrio tra poesia ed intrattenimento che ne fa un film tecnicamente elegante senza essere inaccessibile. La forte emotività dei contenuti si fonde con una fotografia suggestiva e dal taglio personale. La fantasia è resa protagonista grazie a scene che rappresentano l’immaginazione del piccolo personaggio Zezè, magistralmente interpretato da Joao Guilherme de Avila, senza nulla togliere alla veridicità e alla profonda intimità del legame tra i personaggi”.
Premio Speciale della Giuria è andato invece a “Pulce non c’è” di Giuseppe Bonito, unico film italiano presente nel Concorso di Alice nella Città. Questa la motivazione: “In un panorama cinematografico internazionale di pellicole poco coraggiose è difficile trovare un film che sussurri con delicatezza l’essenza della vita. È per questo che i giurati di Alice nella Città hanno deciso di assegnare il Premio Speciale della Giuria a ‘Pulce con c’è’, capace di far emergere con onestà, dignità e profonda dolcezza una realtà spesso fraintesa. In modo fresco e leggero la pellicola racconta una quotidianità difficile con uno sguardo innocente, puro, raro”.
Ottimo il bilancio con cui si chiude questa decima edizione di Alice nella Città che può vantare 18.806 presenze, 3.000 in più della scorsa edizione, in 9 giorni di Festival, grazie al coinvolgimento di un pubblico molto numeroso e di più di 85 classi di scuole medie e superiori, italiane e internazionali. Il costo dei biglietti per il Pala Alice e la Salacinema Lotto è rimasto invariato a 5,00 euro rispetto alla passata edizione.
Più di 70 gli ospiti italiani ed internazionaliche si sono susseguiti a Casa Alice dal 9 novembre a oggiAggiungi un appuntamento per oggi, considerando le delegazioni dei film in Concorso e Fuori Concorso, gli Eventi speciali e gli Incontri della serie “Alice incontra”. Importanti anche i dati delle presenze registrate agli Incontri siglati “Appuntamenti con i protagonisti del cinema italiano” organizzati in collaborazione con la Libreria del Cinema, nello Stand allestito a Casa Alice, che hanno registrato un’affluenza di circa 500 persone dall’inizio del Festival ad oggiAggiungi un appuntamento per oggi.
Tutti ospiti che, insieme con il numeroso pubblico dei ragazzi delle scuole e delle famiglie, hanno contribuito a rendere Alice nella Città un vero e proprio villaggio del cinema.

giovedì 15 novembre 2012

'Ferite a morte' per Serena Dandini

Lo spettacolo ''Ferite a morte'' e' composto da una serie di monologhi di donne ispirati all'Antologia di Spoon River, donne morte infatti, ''che si raccontano in toni drammatici ma anche con quell'autoironia che da vive non potevano probabilmente permettersi'', come spiega l'autrice Serena Dandini, che li porta a Palermo il 24 novembre, a Bologna il 30 e a Genova il 9 dicembre, leggendoli sul palco alternandosi con una serie di ospiti d'eccezione. A Palermo ci saranno, tra le altre, Lilli Gruber, Angela Finocchiaro, Geppy Cucciari, Isabella Ragonese, Thony e Lella Costa; a Bologna, Iaia Forte, Concita De Gregorio, Michela Ramazzotti, Eleonora Danco, Silvia Avallone, Elisa; a Genova Malika Ayane, Jasmine Trinca, Anna Bonaiuto, Sonia Bergamasco, Susanna Camusso. Per la Dandini ''e' questo solo il primo di una serie di razzi che vogliamo lanciare per fare il piu' rumore possibile attorno alla violenza sulle donne e per attirare l'attenzione e far firmare a piu' persone possibile la Convenzione No More, che e' stata mandata anche a Monti 10 giorni fa, ma e' ancora senza risposta''. La convenzione fa il punto sulla situazione e elenca ''tutte le cose che si possono e devono fare, come hanno gia' fatto all'estero, alcune anche a costi praticamente zero, come unificare la raccolta dati sulla violenza e femminicidi in commissariati, pronti soccorsi, assistenza sociale e cosi' via''. Non esistono infatti dati ufficiali sulla situazione e quelli diffusi (le oltre cento donne uccise quest'anno, le 877 negli ultimi sette anni) sono derivati da notizie di cronaca dalla casa delle Donne di Bologna. C'e' solo un'indagine Istat del 2006 che stimava in 6 milioni e 743 mila donne tra 16 e 70 anni, vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita.
I monologhi, che sono in via di pubblicazione da Rizzoli, sono stati scritti dalla Dandini col supporto di Maura Misiti, che al Cnr si occupa di questioni femminili, ''per lavorare su dati e storie precise, per far si' che ogni riferimento a fatti e persone realmente esistenti non fosse affatto casuale, per ridar loro vita e capacita' comunicativa con la forza del teatro''. Poi ricorda che ''quando l'Europa ci chiede di fare qualcosa su tasse e rigore, provvediamo subito; quando ci chiede di intervenire sulla violenza alle donne invece non accade nulla'', anche se il nostro governo ha avuto decisi richiami a riguardo dall'Eu come dalle Nazioni Unite. A muoversi ora e' la societa' civile (esiste anche la campagna NoiNo.Org di uomini contro la violenza sulle donne) per fermare questa piaga sociale, questa sorta di guerra, sapendo che ci si riuscira' solo lavorando assieme uomini e donne.

Roman Coppola favorito per il Marcaurelio

Applausi alla proiezione stampa di stamattina per 'A glimpse inside the mind of Charles Swan III' di Roman Coppola, che sara' presentato stasera alle 19,30 in concorso al Festival Internazionale del film di Roma. La pellicola ha per protagonista Charlie Sheen, nei panni di un grafico di successo la cui fama e fortuna lo rendono irresistibile al gentil sesso. Tra i film visti finora nella manifestazione capitolina, dove oggi passano sempre in competizione anche 'Un enfant de toi' di Jacques Doillon e il 'film sorpresa' voluto dall'appassionato di cinema asiatico Marco Muller, 'Duzhan' di Johnnie To (decisamente deludente), quello di Coppola Jr. e' il favorito per il Marc'Aurelio al miglior film secondo i bookmaker: la sua quotazione e' 1,90 sulla lavagna di Stanleybet.

Charlotte Rampling 'pazza' del Cinemaxxi

Nervosa, scattante, tutta vestita di nero, pantaloni-camicia-giacca, Charlotte Rampling perfettamente consapevole di essere, perlomeno in Italia, un'icona oltre che un'attrice dalla lunga importante carriera, si infastidisce alle domande curiose della stampa sui massimi sistemi. ''Non sono mica un oracolo, posso recitare, fare finta di esserlo ma non lo sono'' scatta la Rampling, 66 anni portati con fascino ed
eleganza, protagonista al festival di Roma con Tutto parla di te, il film di Alina Marazzi presentato a Cinemaxxi. Cosi' guardando dritto, con quello sguardo che da 40 anni e' torbidamente irresistibile, si permette osservazioni che non ti aspetti da un simbolo di emancipazione come lei: ''le donne non sono felici, pensano di potersela cavare da sole a tirare su i figli senza i compagni ma il risultato e' che hanno spaventato gli uomini, forse si sono spinte troppo oltre''. In Tutto parla di te e' Pauline, una donna che dopo anni torna a Torino per una ricerca sulle esperienze e i problemi delle mamme di oggi, a cominciare da quelle che frequentano un centro per la maternita'.
Tra le mamme che conosce c'e' Emma (Elena Radonicich), in crisi profonda e alla ricerca di un senso di se' anche nella nuova identita' di madre. ''Mi piaceva del progetto di Alina Marazzi - dice la Rampling - quel rapporto con l'archivio, la memoria, il suo modo di ricostruire e indagare''. La parola memoria riporta agli inizi della carriera dell'attrice inglese, alla Caduta degli dei di Visconti e soprattutto allo scandaloso Portiere di Notte della Cavani. ''Senza quel film - ammette la Rampling - nessuno in Italia mi conoscerebbe e forse non sarei neppure qui a presentare un film. Oggi mi piace ma
all'epoca un po' ero spaventata, sono una persona che cerca di fare cose invisibili ma certo sapevo che quel film si sarebbe fatto notare''. Della sua carriera butterebbe via tutto, ''ma solo per non annoiarmi a rifare le stesse cose'', scherza. Di una cosa pero' di sicuro dice di essersi annoiata in questi anni: ''il ruolo di femme fatale che per tanto tempo sono stata chiamata ad interpretare e che ad un certo punto mi ha portato ad allontanarmi dal cinema. Adesso ho ritrovato l'interesse per il cinema, per molto tempo ho rifiutato i copioni, ora ho di nuovo voglia specie se la proposta e' bella come questa''. Dice di apprezzare tutto il nuovo cinema italiano, Garrone, Muccino, Sorrentino. ''Amelio? Ma mica e' giovane, ha la mia stessa eta''', risponde a chi le suggeriva il nome del regista che l'ha diretta nelle Chiavi di casa nel 2004. Tutto parla di Te, in sala a primavera distribuito dalla Bim, l'ha spinta a ripensare al tema della maternita'. ''E' inutile dirsi e convincersi che e' tutto bello. Essere madre e' una cosa che traumatizza, fa paura e questo film e' importante proprio perche' ne parla, ignorare che la maternita' puo' turbarti significa negare la realta' come in quegli spot di propaganda sulla procreazione''. E la Rampling che madre e' stata? ''Terribile - dice ironica - non a caso mio figlio Barnaby Suthcumbe per la sua opera prima, in uscita a breve, Io Anna, si e' vendicato proponendomi di interpretare il ruolo di una donna completamente pazza''.

Gina Lollobrigida tra le dive al Roma FilmFest

Gina Lollobrigida sara' la diva fra le 100 Miss sul red carpet, con molti volti resi famosi dal concorso di Miss Italia, dal 1957 al 2012, che arriveranno domani all'Auditorium Parco della Musica in occasione della proiezione alle 20.30 al Cinema Barberini, nell'ambito del Festival di Roma, di Storia di un ragazzo calabrese, il docufilm di Simone di Maria, nato da un'idea di Nicola Pisu Mirigliani
(figlio di Patrizia, ndr) su Enzo Mirigliani, storico patron del concorso.
Fra le vincitrici a Miss Italia, ci saranno Giusy Buscemi (incoronata quest'anno), Arianna David, Claudia Andreatti, Eleonora Pedron, Manila Nazzaro, mentre tra le partecipanti che hanno 'sfondato' Anna Falchi, Caterina Murino, Carmen Russo, Annalisa Minetti, Anna Safroncik, Elisa Isoardi. ''Quello che sfilera' domani sara' un mondo di donne a tutto tondo, le nonne coi nipoti che dopo il concorso hanno scelto la famiglia, insieme a Miss italia o donne che non hanno vinto ma sono diventate famose - spiega Patrizia Mirigliani -. Mio padre merita quest'omaggio che permette di ricordare a poco piu' di un anno dalla scomparsa, un uomo che ha fatto grande il mondo delle donne, proponendo una bellezza 'democratica', della porta accanto. Era un uomo di una semplicita' e una comunicativa
enorme, garbato, si sente la sua mancanza''. Miss Italia, aggiunge ''negli anni si e' rinnovato, riuscendo sempre comunque a riflettere i cambiamenti della societa' e del mondo delle donne - spiega -. E' una storia di bella Italia, un'Italia pulita''.

martedì 13 novembre 2012

Arisa e Raf le cantano al mostro di Parigi

Un mostro-pulce che terrorizza la citta', ma che vorrebbe solo cantare. Un inventore esuberante e addetto alle consegne che sfreccia per Parigi a bordo di un furgone di nome Catherine. E una cantante dal cuore puro e animo coraggioso. E' 'Un mostro a Parigi', film d'animazione 3D francese, prodotto da Luc Besson e creato da Bibo Bergeron ('Shark Tale'), in arrivo al cinema il 22 novembre, distribuito in 400 copie dalla Sunshine Pictures.
A dar le voci, doppiatori d'eccezione come Arisa (nella foto) e Raf, nei panni della dolce Lucille e della pulce Francouer (in francese, Cuore onesto), affidati nella versione originale a Vanessa Paradis e al cantante Matthew Geczy. Con loro anche Enrico Brignano (Raoul), Maurizio Mattioli (il tracotante prefetto Maynott), Enzo Decaro (il cineasta Emile) e Simona Borioni (la sua amata Maud).
''Ho accettato questo film perche' e' l'elogio della diversita' e della sua accettazione - racconta Arisa alla presentazione romana della pellicola - Sono onorata che sia la mia prima volta da doppiatrice perche' racconta che non ci si deve fermare alle apparenze e che anche una cosa spaventosa puo' nascondere un cuore 'diverso'''.
Nella Parigi romantica del 1910, nei giorni del vero alluvione che porto' l'acqua della Senna sin ai piedi della Tour Eiffel, la pulce gigante di Bergeron salta sui tetti con la sua faccia a forma di cuore, trasformata in mostro dalla pozione di un eccentrico scienziato. La sola a capirne il cuore buono e' Lucille che la porta a cantare con se' sul palco de L'Oiseau Rare.
''L'inizio del Novecento - racconta il regista - mi appassiona perche' e' l'epoca delle grandi invenzioni scientifiche e dei primi film. Volevo una storia sulla paura dello straniero. Avevo pensato ai vampiri, ma ho scelto la pulce perche' e' una sorta di animale-bambino. Anche se qui il vero mostro non e' lei, ma piuttosto il prefetto Maynott''.
Grande appassionato di cartoni (''io gli Aristogatti me li guardo spesso''), e' Maurizio Mattioli a dare la voce allo scaltro prefetto che vorrebbe per se' l'amore di Lucille e la carica di sindaco. ''In tv e al cinema - racconta l'attore - mi fanno fare sempre il buono per la faccia che ho. Visto che non mi si vede, ne ho approfittato per un cattivo. Maynott e' proprio un 'intrallazzone', uno che sfrutta la disgrazia dell'alluvione per raccogliere voti. Ce n'e' qualche bell'esempio in giro anche adesso''. Campione d'incassi in patria, ''un messaggio - conclude Arisa - il film lo portera' anche ai genitori, oltre che i bambini. A volte bisogna vedere la bonta' nei cartoni animati per ricordarci che esiste''.

Roma FilmFest, arrivano le 5 leggende

Potere alle favole: il mondo, un posto sempre piu' buio e disperato, puo' salvarsi solo grazie alla speranza incrollabile dei bambini. A far riscoprire loro l'incanto dei sogni ci pensa un gruppo di guardiani a dir poco speciale, che vede fianco a fianco Babbo Natale (Nord) con il Coniglio pasquale (Calmoniglio), Sandman, la Fatina dei denti (Dentolina) e Jack Frost. Sono loro Le 5 leggende che danno il titolo all'ultimo gioiellino Dreamworks, al cinema per Universal dal 29 novembre e in anteprima oggi 13 novembre al Festival Internazionale del Film di Roma.
"Tutti noi abbiamo l'impressione di conoscere benissimo questi personaggi a livello emotivo - racconta il regista Peter Ramsey - ma nessuno saprebbe ricostruirne le origini o la mitologia. Rappresentano sogni, speranza, meraviglia e ricordi: da qui parte il nostro film d'azione, piu' che d'animazione. Sono veri, esistono e vanno raccontati con serieta' e in maniera realistica perche' rappresentano la realta' dei bambini e permettono agli adulti di rivivere l'infanzia. Per questo le luci usate su di loro sono le stesse che avremmo scelto per attori in carne ed ossa e le loro caratteristiche sono dettagliate al punto di far pensare i grandi come quando erano piccoli".
Basta guardare i due tatuaggi di Babbo Natale sulle braccia con le scritte tribali 'buono' e 'cattivo' per capire che il film non scherza affatto: "E' un folle! - continua Ramsey - D'altronde come lo definireste uno che vola su una slitta trainata da renne e raggiunge tutto il mondo in una notte? I tattoo dimostrano che e' un duro, spericolato e imprevedibile, con un fuoco che gli brucia dentro, ma al tempo stesso un tipo amabile e generoso. E chi meglio di Alec Baldwin poteva dargli la voce nella versione originale?".
Ogni attore/doppiatore e' stato infatti scelto in base alle affinita' con il personaggio: ''Jude Law -ammette sorridendo il regista - e' perfetto come Uomo Nero perche' ha una voce che tutti vorrebbero ascoltare e incarna la paura stessa perche' e' suadente, convincente, affascinante, ti lascia credere quello che vuoi sentirti dire. Ti terrorizza al punto tale di ridurre il tuo mondo e s'insinua nei tuoi incubi peggiori. Al contrario i guardiani sprigionano energia, magia, gioia ed era cruciale che si capisse questo contrasto.
La fatina dei denti (Isla Fisher, ndr) soffre di disturbo dell'attenzione e ha bisogno di molte assistenti per salvaguardare la memoria dei piccoli, compreso Jack Frost (Chris Pine)''.
"Sandman, invece - precisa il produttore Guillermo Del Toro - e' a meta' tra Buddha e Mister Mago, con i poteri maggiori ma anche il piu' umile del gruppo''. ''Chi non ha amato tutti loro? - si chiede Jeffrey Katzenberg, fondatore di Dreamworks e vincitore del Premio Vanity Fair alla kermesse capitolina per l'eccellenza nel cinema - Il mio preferito resta Babbo Natale, in cui credevo anche se sono ebreo.
Abbiamo portato su grande schermo questi personaggi leggendari regalando loro un look tutto nuovo che potesse sfruttare le potenzialita' del 3D, un mezzo potentissimo che con l'esperienza migliora film dopo film''.
''Le 5 leggende portano in scena i sogni piu' evocativi ma anche le paure piu' inquietanti, che secondo Del Toro nella societa' moderna trovano fin troppo spazio: ''L'Uomo Nero oggi e' rappresentato dai politici e da tutti quei rappresentanti di istituzioni che crollano una dopo l'altra, perche' non piu' in grado di fare quello che dovrebbero. Per non parlare delle banche che sembrano un tipo diverso di criminalita' legalizzata. Come la storia insegna, pero', ad ogni periodo buio poi segue un'era di luce''.

Roma FilmFest, domani prende il via la business street

Dal 14 al 18 novembre, nell'ambito del Festival Internazionale del Film di Roma, si svolgera' il Mercato Internazionale del Film (The Business Street - TBS). Il Mercato avra' il suo fulcro nell'area di via Veneto e si articolera' su proiezioni in sala, una video library digitale, incontri tra produttori, compratori e venditori e una ricca parte di convegni e workshop riguardanti i temi piu' importanti legati all'economia dell'industria cinematografica nazionale ed internazionale. Le proiezioni di Mercato, che si svolgeranno al Cinema Barberini e alla Casa del Cinema, rivolgeranno particolare attenzione ai titoli in prima mondiale presentati al Festival, ma saranno anche una vetrina d'eccezione per la circolazione del prodotto cinematografico italiano all'estero. Il Mercato del 2012, infatti, stabilendosi in una posizione strategica nel calendario di appuntamenti dell'industria internazionale e italiana, lontano dall'affollata congiuntura di fine estate, si prepara ad essere una piattaforma ideale per il lancio commerciale di film nuovi, in Italia come all'estero. Il workshop ''Film financing around the world'' rappresenta uno dei momenti di maggiore interesse della giornata inaugurale di TBS.
Realizzato in collaborazione con ANICA e con il sostegno del Ministero per lo Sviluppo Economico, il convegno che si terra' alle 14.30 presso l'Auditorium di via Veneto offre l'opportunita' di scoprire e approfondire le strategie, le soluzioni e le pratiche di finanziamento dei film a livello globale grazie alla partecipazione di produttori ed esperti provenienti dall'Asia, dagli Stati Uniti, dal Sud America e dall'Europa. Interverranno Riccardo Tozzi, Mike Goodridge (CEO of Protagonist Pictures), Anne Lai (Creative Producing Initiatives Director, Sundance Institute), Soledad Gatti Pascual (produttore, The Bureau Film Company), Carlotta Calori (Indigo Film), Arturo Paglia (produttore, Paco Cinematografica), Petri Kemppinen (Head of Production, Finnish Film Foundation), Assaf Amir (Chairman of the Israel Film and Tv Producers association), Cai Shangjun (produttore e regista), Chen Zhiheng (Cinema Consultant of Beijing Brain Funds Management Corporation, Director of China Cinema).
Accanto a TBS, il Festival dedichera' ampio spazio al ''Cinema che verra''', attraverso una vera e propria ''Fabbrica dei Progetti'' (New Cinema Network - NCN) che da anni promuove, incentiva e facilita la coproduzione del nuovo Cinema indipendente italiano, europeo e internazionale. NCN presenta quest'anno una rosa di progetti provenienti da tutto il mondo.
Alla rosa dei progetti selezionati se ne aggiungono tre scelti nell'ambito di Italian Panorama, sezione volta a sostenere e valorizzare i nuovi fermenti e dedicata a progetti in stato di definizione finanziaria, gia' sviluppati attraverso una produzione e in cerca di co-produzioni estere.
Per il terzo anno consecutivo, verra' assegnato l'Eurimages Co-production Development Award, un premio di 30mila euro destinato allo sviluppo del miglior progetto presentato a NCN 2012. Inoltre, di concerto con le attivita' previste dalla Commissione europea e dal Ministero della Cultura cinese per la celebrazione dell'anno del ''Dialogo interculturale Europa-Cina'', TBS e NCN hanno unito le forze su un progetto speciale ''Spotlight:China!'' volto a favorire la reciproca circolazione di film, attraverso l'invito di venditori e compratori cinesi, e co-produzioni su progetti selezionati e invitati a NCN. Si tratta di tre autori, tra i piu' interessanti del panorama del Cinema cinese: Cai Shangjun, Liu Jian, Xu Haofeng.

Francesco Rosi lo chiama Cinematografo

Francesco Rosi tra due giorni spegnera' le candeline dei suoi novant'anni con un libro appena uscito per Mondadori 'Io lo chiamo cinematografo' (Mondadori), nato da una lunga conversazione con Giuseppe Tornatore e con nel cuore un incontro speciale, quello di oggi al Teatro Quirino di Roma, alla presenza del Capo dello Stato Giorgio Napolitano, citato nel libro. Con un gesto di generosita' fuori programma, il presidente Napolitano ripescando nella memoria ha ricordato il primo incontro con Rosi e la stima rimasta negli anni. ''Ci siamo conosciuti - io sono un po' piu' giovane di lui - quando mi sono iscritto all'Universita' nell'ottobre-novembre del 1942.
Abbiamo preso strade diversissime, ogni tanto negli anni ci siamo incontrati, mai persi di vista. Siamo rimasti fedeli a quella ispirazione di 70 anni fa. Ciao, Franco, tanti auguri'', ha detto il Capo dello Stato prima di lasciare il teatro spiegando che ''l'unica salvezza per l'Italia era perdere la guerra. Questo spirito ci e' rimasto''.
Rosi, che spera emergano le virtu' del nostro Paese (''gli sforzi che sta facendo il presidente Monti e la sua compagine sono molto importanti'' ha detto), non si e' commosso ma dire ''che sono onorato significa poco'', ha spiegato alla fine dell'incontro a cui sono intervenuti Roberto' Ando', Irene Bignardi, Furio Colombo, Emiliano Morreale ed Eugenio Scalfari, con fra i grandi ospiti in platea Ennio Morricone, Lina Wertmuller, Luciano Montaldo, Franca Valeri, Sergio Zavoli, Paolo Villaggio in tunica nera con giacca rosa.
''Questa riunione mi conforta perche' mi fa pensare di aver ragione quando dico che e' indispensabile lavorare sulla realta' cercando di farla capire bene ai cittadini che la vivono.
Perche' la realta' e' complessa, puo' essere molto dura e ambigua. E' questo quello che dovrebbe fare la scuola'', ha detto il regista di film come 'Salvatore Giuliano', 'Le mani sulle citta'' e 'Cristo si e' fermato a Eboli', che ha ricevuto il Leone d'Oro alla carriera all'ultima Mostra del Cinema di Venezia.
''Questa occasione di incontro e' stata molto importante per me. Il Cinema oggi dovrebbe cercare di recuperare il racconto di una certa verita' e non solo della realta' e invece, purtroppo, vince la regola dello spettacolo'' e poi ha aggiunto: ''la politica e' una cosa talmente complessa e fondamentale che bisogna cercare di capire come viverla. Dire 'tutti ladri' non significa nulla. Ho fatto una piccola predica ma, non lasciamo soli i ragazzi''.
Tornatore ha raccontato come nei due anni e mezzo di lavoro per questo libro Rosi, con cui si e' creata una profonda affinita' intellettuale e umana, lo chiamasse scherzando ''torturatore''. La genesi dell'autobiografia e' ben ripercorsa nel video 'Il cinematografo e' una malattia?' di Marta Pasqualini, realizzato per questa occasione e pieno di aneddoti.
''Il crollo del palazzo con cui si apre 'Le mani sulla citta'' lo ho voluto fare davvero'', dice Rosi e poi: ''Antonioni mi ha insegnato il rapporto dell'attore con la macchina da presa, Monicelli una certa disinvoltura e Visconti mi ha insegnato tutto''. Ando' ha definito Rosi ''un poeta della realta' che e' stato con il Cinema un civilizzatore''. Furio Colombo ha sottolineato che la domanda: ''cosa c'e' dietro?' e' alle radici del suo Cinema'' ed Eugenio Scalfari ha fatto notare come ''Le mani sulla citta''' sia un ''film attualissimo, sembra fatto oggi''.

Roma FilmFest, il giorno di Breaking dawn

L'atteso, dai fans di tutto il mondo, ultimo capitolo della saga di Twilight, BREAKING DAWN - PARTE II di Bill Condon, introdotto, per gli appassionati da un EVENTO TWILIGHT nel pomeriggio e seguito da una MARATONA TWILIGHT (Alice nella citta'); la grande animazione in 3d di RALPH SPACCATUTTO di Rich Moore (fuori concorso di Alice nella citta') e LE CINQUE LEGGENDE di Peter Ramsey (fuori concorso); Il rapporto tra una figlia e un'anziana madre in fin di vita esplorato dal messicano Enrique Rivero in MAI MORIRE (concorso); IL LEONE D'ORVIETO di Aureliano Amadei (Prospettive Italia), documentario sulla storia di Giancarlo Parretti, l'italiano arrivato per un breve periodo alla guida dell'Mgm, e DANS UN JARDIN JE SUIS ENTRE di Avi Mograbi (CinemaXXI), sul viaggio insieme, dI un israeliano e un palestinese, nella propria storia. Sono fra i protagonisti della giornata di domani, martedi' 13 novembre, al Festival Internazionale del Film di Roma.
I principali appuntamenti: - MAI MORIRE di Enrique Rivero (Concorso - Sala Sinopoli alle 16.45). Chayo ritorna a Xochimilco, sua citta' natale, per prendersi cura dell'anziana madre in fin di vita. Circondata dall'amore e dalla bellezza della natura, la protagonista deve rinunciare a cio' che per una donna e madre e' inalienabile.
-THE TWILIGHT SAGA: BREAKING DAWN - PART 2 di Bill Condon (Fuori concorso - Salacinema Lotto alle 20.30). Capitolo finale della Twilight Saga, vede Bella fare i conti con la sua nuova vita da vampira, ma soprattutto lottare per proteggere, insieme al marito Edward, la figlia Renesmee, minacciata dai Volturi.
- RALPH SPACCATUTTO di Rich Moore (Alice nella citta' - Fuori concorso - Sala Sinopoli alle 11). Ralph e' il Cattivo del videogioco Felix Aggiustatutto e per 30 anni e' stato messo in ombra da Felix, che ogni volta finisce per salvare la situazione. Stanco di fare il cattivo, Ralph decide di avventurarsi in un viaggio attraverso diverse generazioni di videogame, per dimostrare a tutti che anche lui ha la stoffa per diventare un eroe.
- LE 5 LEGGENDE 3D di Peter Ramsey (Fuori concorso - Sala Sinopoli alle 19) - Quando il perfido Tenebra si lancia alla conquista dei sogni dei bambini, per trasformarli definitivamente in incubi, gli unici che potranno contrastarlo sono i cinque esseri leggendari che quei sogni hanno tenuto in vita: Babbo Natale, la Lepre Marzolina, la Fatina dei Dentini, l'Uomo della Sabbia e il piccolo Jack Frost, ancora inconsapevole dei suoi poteri).
- IL LEONE D'ORVIETO di Aureliano Amadei (Prospettive Italia - Sala Petrassi alle 17) - Giancarlo Parretti, nato a Orvieto da una famiglia umile, nell'arco di vent'anni si associa con uomini della politica e della finanza, con l'unico fine di conquistare la leggendaria Metro Goldwyn Mayer. L'operazione si rivela il piu' grande crack finanziario della storia del cinema.
- DANS UN JARDIN JE SUIS ENTRE di Avi Mograbi (CinemaXXI - Sala Petrassi alle 19.30). L'avventura comune di Ali, palestinese e Avi, israeliano e' un viaggio nella propria storia e in quella dell'altro, in una sorta di macchina del tempo nata dall'incontro di due amici in cammino nella terra che appartiene a entrambi, alla riscoperta dei luoghi della nostalgia.

Michele Placido al teatro Manzoni di Milano

Approda domani al Teatro Manzoni di Milano, dove restera' in scena fino al 2 dicembre, 'Cosi' e'...
(se vi pare)', classico di Luigi Pirandello diretto da Michele Placido e interpretato da tre veterani quali Giuliana Lojodice (nella parte della Signora Frola), Pino Micol (signor Ponza) e Luciano Virgilio (Lamberto Laudisi).
''Uno spettacolo - assicura alla stampa Lojodice - lontano dagli impaludamenti delle messe in scena tradizionali: e' come una nuova scoperta, un dramma sul gossip tinto di giallo che piace molto ai giovani''. Un Pirandello meno serio, con ruoli rivisitati (''la mia Frola e' meno dolente e piu' reattiva - commenta Lojodice - e Laudisi e' meno filosofo e piu' ironico'') e arricchito di inflessioni dialettali ''per far risaltare l'aspetto provinciale di una certa Italietta'', come dichiara nelle note di regia Michele Placido (presente domani sera alla prima). Caratteristica l'ambientazione negli anni '50: ''Michele ha chiesto di ispirarci alle commedie di quel periodo - dice Marta Nuti (Signora Sirelli) - che ben ritraggono la provincia italiana''. D'eccezione, infine, il light designer dello spettacolo: si tratta di Stefano Pirandello, trisnipote dello stesso drammaturgo.

Zubin Metha aprirà il Maggio musicale

Festival del Maggio Musicale sotto il segno verdiano. Apertura con 'Don Carlo' il 2 maggio (repliche sino al 12) diretto da Zubin Metha (nella foto) nel nuovo allestimento firmato da Luca Ronconi con Massimo Giordano (Don Carlo), Ekaterina Gubanova (Eboli), Gabriele Viviani (Rodrigo), Dmitry Beloselskij (Filippo II) nei ruoli protagonisti. La chiusura e' affidata, invece, a 'Macbeth', proposto in una nuova produzione firmata Graham Vick, con James Conlon sul podio (5 recite dal 17 al 22 giugno). Nel ruolo di Lady Macbeth il soprano Tatjana Serjan.
Se a Giuseppe Verdi e' dedicato il Festival, con Richard Wagner si inaugura la stagione. Primo appuntamento con 'Die Walkure', nella ripresa della co-produzione con il Palau de les Arts 'Reina Sofia' di Valencia, per la regia de La Fura dels Baus (4 recite dal 15 al 22 gennaio 2013). Debutto in Italia nel ruolo di Siegmund per il tenore Jay Hunter Morris. Verdi e Wagner saranno, inoltre, protagonisti di una stagione concertistica all'interno del festival con la direzione di Claudio Abbado, Zubin Mehta, Daniel Barenboim, Daniele Gatti.
A Benjamin Britten, nella ricorrenza dei 100 anni dalla nascita (1913-2013), sono dedicati diversi momenti della ricca programmazione. In cartellone 'The Rape of Lucretia', titolo operistico all'interno del festival (5 recite dal 17 al 25 maggio 2013) e il balletto 'Britten Portrait', con due nuove creazioni di Paolo Mohovic e Jacopo Godani per MaggioDanza, programmata nella seconda parte dell'anno. In occasione di 'The Rape of Lucretia', Gordon Gietz e molti cantanti si esibiranno per la prima volta a Firenze.
L'11 maggio, serata in memoria di Luciano Berio, nel decennale della scomparsa (1925 - 2003), con un programma che prevede nella prima parte un omaggio sinfonico di Luciano Berio, e nella seconda il debutto di Zubin Mehta alla direzione di MaggioDanza. Quasi una consacrazione dopo i successi raggiunti negli ultimi anni con 'Le Sacre du printemps' di Igor Stravinskij, che proprio nel maggio 2013 celebra i 100 anni dalla sua composizione. Il 19 settembre 'La sagra della primavera' verra', inoltre, riproposta in una versione concertistica accanto a due brani di Arnold Schonberg (Cinque pezzi op. 16 e Kammersymphonie op. 19).

Un thriller sul cinema per Mike Figgis

Un thriller dove si gioca sul genere e si ironizza sul mondo del cinema, ''perche' ormai chi fa film, soprattutto a Hollywood si prende troppo sul serio, usa sempre lo stesso tono, si e' perso il gusto dell'ironia, di sperimentare. D'altronde con quello che spendono sui film...''.
Lo dice il regista britannico Mike Figgis, parlando di Suspension of Disbelief, presentato al Festival di Roma, in anteprima mondiale, nella sezione CinemaXXI.
''Io ormai da dieci anni, mi sono allontanato dal cinema tradizionale - spiega l'autore di Via da Las Vegas, che in Suspension of disbelief ha realizzato anche il montaggio, la fotografia e la colonna sonora -. Mi sono convinto che ogni film, di qualunque genere, abbia elementi fantascientifici e di commedia noir. Pretendere che un film risulti 'vero' e' una cavolata. Cosi' il pubblico si annoia''. In Suspension of disbelief, Figgis guarda al mondo che conosce cosi' bene, raccontando, la storia di Martin, uno sceneggiatore in crisi (Sebastian Koch), coinvolto nelle indagini per l'omicidio di Angelique (Lotte Verbeek), bella ragazza conosciuta al compleanno della figlia attrice, che sta girando un film tratto da una sceneggiatura del padre. L'arrivo in citta' della sorella gemella della vittima, Therese, proietta tutti i personaggi in un gioco di specchi dove realta' e finzione si confondono, in un labirinto che porta a un finale aperto. ''Spesso l'ossessione per gli ultimi dieci minuti di un film, per il finale - spiega Figgis - rovina tutto il resto. Io volevo che la struttura della storia, i personaggi restassero al centro dell'attenzione''.

Sylvester Stallone da Hell's Kitchen a Tor Bella Monaca

"Rome is huge", Roma e' grandissima, immensa, insomma: fantastica. Parola di Sylvester Stallone, che ha concluso la sua prima giornata romana incontrando i cittadini della periferia capitolina.
"Mio padre e' emigrato dall'Italia negli anni '30 per andare negli Stati Uniti. E' arrivato in un quartiere di New York, Hell's Kitchen, buio da morire, faceva paura, molto povero. Dal grande caldo d'estate si dormiva sui tetti. Lo facevo anche io. Queste sono le mie origini. Ho sempre sperato che quelle persone prima o poi scendessero da quei tetti. Il sogno americano?
No. Un sogno umano". Queste le prime parole di Sylvester Stallone, autore di film di culto come "Rocky" e "Rambo", nell'incontro che si e' tenuto ieri pomeriggio al Teatro Tor Bella Monaca alla presenza del sindaco di Roma Gianni Alemanno nell'ambito della VII edizione del "Festival Internazionale del Film di Roma". L'attore americano ha ripercorso le tappe fondamentali della sua avventura artistica, fra aneddoti e racconti, davanti a un pubblico numerosissimo pronto ad applaudire ogni suo intervento. "Ho iniziato con Roger Corman- ha spiegato Stallone- sono stato uno dei tanti che ha lanciato. Da lui ho imparato a lasciar da parte l'ego- ha spiegato Stallone- a non fare troppe difficolta' e a non disperdere energie. Un'altra cosa che mi ha insegnato e' la responsabilita' finanziaria, saper lavorare con un "low budget"."
"John Rambo- racconta- e' un figlio del governo e della politica, va a combattere una guerra che non vuole combattere, poi ha fatto cio' che gli e' stato chiesto, cioe' uccidere, e successivamente e' stato respinto, visto come un Frankestein. E' una cosa accaduta a molti reduci. Rambo si comporta come un bambino respinto. Nel libro da cui e' tratto il film e' uno psicotico selvaggio, alla fine muore. Io volevo dare ai reduci qualche speranza in piu' di reinserimento nella societa', una possibilita' di riscatto. Sono ottimista, credo nella vita, e' piu' facile morire che vivere e vivere e' il motivo per cui siamo qui".
Stallone e' a Roma per presentare al Festival "Bullet to the head" il nuovo film di Walter Hill, di cui e' protagonista. "Walter e' un uomo leggendario- conclude Stallone- come attore sai di essere in buone mani e che non devi presoccuparti di nulla. Ci sono figure nel cinema che sono irripetibili, lui e' una di queste.
Lui, ma anche attori della mia generazione come Bruce Willis, Arnold Schwarzenegger, Clint Easwood".

lunedì 12 novembre 2012

Roma FilmFest, il programma di oggi

Pappi Corsicato in gara con IL VOLTO DI UN'ALTRA, ironico apologo sulla societa' dell'immagine e Michele Placido, fuori concorso con il suo noir francese LE GUETTEUR /IL CECCHINO; il racconto di formazione a base di sesso, droga, rock and roll, arte, violenza e razzismo, MARFA GIRL (concorso) di Larry Clark; Peter Greenaway con GOLTZIUS AND THE PELICAN COMPANY su un tipografo cinquecentesco di stampe erotiche E il nuovo thriller di Mike Figgis, SUSPENSION OF DISBELIEF (CinemaXXI); JEUNESSE il debutto alla regia di Justine Malle (Alice nella Citta'), figlia del maestro della Nouvelle Vague Louis Malle. Sono fra i protagonisti del programma di oggi, lunedi' 12 novembre al festival Internazionale del Film di Roma.

I principali appuntamenti: - IL VOLTO DI UN'ALTRA di Pappi Corsicato (Concorso - Sala Sinopoli alle 17 ) - Laura Chiatti e Alessandro Preziosi sono fra gli interpreti di questa ''giocosa riflessione sul contemporaneo'' spiega il regista. Protagonista e' Bella, conduttrice di una trasmissione di successo sulla chirurgia estetica, sposata a Rene', chirurgo che nello stesso programma effettua gli interventi sugli ospiti. Quando gli ascolti calano Bella, prima licenziata, e poi vittima di un incidente d'auto, decide di rilanciarsi con un'immagine tutta nuova.
- LE GUETTEUR/ IL CECCHINO di Michele Placido (Fuori Concorso - Sala Sinopoli alle 19.30) - Definito dal regista ''il mio Romanzo criminale francese'', racconta la caccia all'uomo del capitano Mattei a una famigerata banda di rapinatori di banche, che diventa ancora piu' spietata quando un cecchino appostato sul tetto spara contro i poliziotti, per consentire ai suoi complici di fuggire. Nel cast, fra gli altri, Daniel Auteuil, Mathieu Kassovitz, Violante Placido (nella foto) e Luca Argentero.
- MARFA GIRL di Larry Clark (Concorso - Sala Sinopoli alle 22). A Marfa, in Texas, la polizia di frontiera e' una presenza asfissiante per i cittadini. Adam vive con la madre e ha una storia con la coetanea Inez. Donna, la vicina di casa, e' determinata a sedurlo. Il poliziotto Tom ha una strana fissazione per la famiglia di Adam. A complicare le cose arriva una misteriosa giovane donna...
- GOLTZIUS AND THE PELICAN COMPANY di Peter Greenaway (CinemaXXI - Teatro Studio alle 21.15). Hendrik Goltzius, un tipografo olandese del tardo '500, autore di incisioni di stampe erotiche, convince il Margravio di Alsazia a finanziare la pubblicazione di libri illustrati. In cambio gli promette uno straordinario libro di dipinti e illustrazioni di storie bibliche del Vecchio Testamento: i racconti erotici di Lot e le sue figlie, di Davide e Betsabea, di Sansone e Dalida e di Salome' e Giovanni Battista.
- SUSPENSION OF DISBELIEF di Mike Figgis (CinemaXXI - Sala Petrassi alle 19). Martin Š uno sceneggiatore e scrittore di talento, ma la sua carriera sta attraversando un momento difficile. Dopo la morte della misteriosa e affascinante Angelique e l’arrivo della sorella gemella Therese nella sua vita, il mondo di Martin comincia a cambiare.
- JEUNESSE di Justine Malle (Alice nella citta' - Casa Alice alle 14). Ispirandosi al rapporto con il padre Louis, morto quando lei aveva 20 anni, Justine Malle racconta la storia di Juliette, ventenne innamorata di Benjamin, che entra in crisi quando il padre scopre di avere una misteriosa malattia.

domenica 11 novembre 2012

Sylvester Stallone a Tor Bella Monaca

Come gia' avvenuto nel 2006, il Festival Internazionale del Film di Roma si trasferisce in periferia, ribadendo la sua vocazione popolare: domani infatti, l'attore, regista, sceneggiatore e produttore Sylvester Stallone, il "padre" di Rocky e Rambo, incontrera' il pubblico del Teatro "Tor Bella Monaca", lo stesso luogo che ha ospitato Leonardo Di Caprio nella prima edizione del Festival. Nel corso del dibattito con il pubblico condotto da Giona Nazzaro, alla presenza del sindaco Gianni Alemanno e dell'assessore alle Politiche Culturali e Centro Storico Dino Gasperini, la star hollywoodiana di origini italiane ripercorrera' tutta la sua carriera, dai difficili esordi ai film che lo hanno reso immortale fino agli ultimi successi. L'ingresso e' libero, fino ad esaurimento posti, previo ritiro di un coupon presso la biglietteria del Teatro a partire dalle 11 fino alle 16.
Prima dell'incontro, Sylvester Stallone sara' in Campidoglio alle ore 17.30 dove il sindaco Alemanno gli consegnera' la Lupa Capitolina. Il 14 novembre l'attore americano sara' sul red carpet del Festival per presentare il nuovo film che lo vede protagonista, Bullet to the Head di Walter Hill.

Quattro giorni di parole a Poggibonsi

Con una quattro giorni ricca di ospiti internazionali, entra nel vivo la V edizione di ''Le Parole, I Giorni'', curata da Dario Ceccherini e gemellata con ''Leggerevolare 2012''. Si comincia giovedi' 15 alle ore 21 nella Sala Minore del Teatro Politeama di Poggibonsi, dove un linguista ironico e giocoso e un travolgente giocoliere della lingua e delle idee si metteranno alla ricerca delle mille trasformazioni delle parole nel loro viaggio dalla carta alla voce. In scena Stefano Bartezzaghi con ''Masticare una lingua e mangiarsi le parole'' e Alessandro Bergonzoni (nella foto) con ''Pensiero levatoio, bocca carraia''.
Venerdi' 16 novembre alle ore 17 sara' ancora Stefano Bartezzaghi ad inaugurare la serie di Scaffale d'autore raccontando i libri della sua vita e a presentare Storia confidenziale della letteratura italiana di Giampaolo Dossena.
Nello stesso pomeriggio il pubblico potra' incontrare la poesia di Alessandro Fo e, alle ore 21, sempre al Teatro Politeama protagonista la parola al femminile con Nada presente sia in veste di scrittrice che di cantante accompagnata sul palco da Fausto Mesolella.
Sabato 17 nel corso della mattinata Dante Alighieri sara' il protagonista di una serie di incontri e proiezioni (''Inferno'', il grande lungometraggio del 1911, introdotto da Marco Luceri), con ospiti come Luca Boschi (''La Commedia a fiumetti, da Topolino ai Manga'') e Marco Santagata (presentazione di Dante. Il romanzo della sua vita, Mondadori).
Nel pomeriggio invece la radio ''conquista'' il teatro con ''Ad alta voce'' un incontro con Lorenzo Pavolini e Anna Antonelli, curatori della storica trasmissione di Radio 3 Rai: Sandro Lombardi leggera' pagine di Elsa Morante, Marcel Proust, Giorgio Bassani, Edward Forster, e in sala verranno presentate ''Installazioni radiofoniche'' a cura di Mirco Ruoppolo.
Sempre il 17 novembre appuntamento con la storia del rock. Dopo 15 anni, Francesco Magnelli, Gianni Maroccolo e Massimo Zamboni (ex CSI) torneranno a suonare insieme al Teatro dei Varii di Colle di Val d'Elsa: gli artisti saranno impegnati nell'esecuzione live di musiche inedite e basi di Kodemondo in sincrono con la proiezione de ''Il fantasma dell'opera'' di Rupert Julian capolavoro del cinema muto del 1925, con Lon Chaney star del cinema dei primi del Novecento.
Domenica 18 novembre ecco i ''Bestiari contemporanei'', conversazioni reading curate da Associazione 404 filenotfound di Siena con Vanni Santoni, Tutti i ragni (:duepunti edizioni) e Filippo Bologna, I pappagalli (Fandango) Ma il caldo novembre di ''Le Parole. I Giorni.'' Non finisce qui: il sabato 24 Masolino d'Amico e Silvia d'Amico, saranno protagonisti di un omaggio che Fenice Nine Arts International Festival fara' a Suso Cecchi d'Amico. Ore 18.45 invece presso la Libreria ''Il mondo dei libri'' Francesco Recami presenta Gli scheletri.
E per questa edizione di Fenice Nine Arts Festival le parole ''voleranno'' fino a maggio 2013 con ''Scaffali d'autore'', la serie di incontri con alcune personalita' del mondo della cultura e delle arti quali Giulio Giorello, Gustavo Zagrebelsky, Marco Paolini, Enzo Bianchi e Stefano Bollani che saranno invitati a raccontare al pubblico i libri della loro vita. Un percorso che vuole essere d'augurio in vista dell'inaugurazione della nuova biblioteca comunale nel centro culturale Burresi, la villa ottocentesca che ha ospitato a lungo l'ospedale e che presto avra' funzioni e vita dedicate alla cultura.

Il quartetto Klimt suona Ivan Vandor

Si apre con il concerto del Quartetto Klimt, lunedi' al Teatro Olimpico, il ciclo dell' Orchestra Filarmonica di Roma dedicato alla musica da camera. Per il primo appuntamento, l'istituzione romana omaggia Ivan Vandor, 'ungherese di Roma', che festeggia i suoi ottant'anni, con la prima esecuzione assoluta del suo 'Klavierquartett'.
Il lavoro scritto dal compositore mitteleuropeo, su commissione dell'Accademia Filarmonica Romana, e' stato dedicato al Quartetto Klimt, fondato nel 1995 e composto da Matteo Fossi al pianoforte, Duccio Ceccanti al violino, Edoardo Rosadini alla viola e Alice Gabbiani al violoncello, che ne sara' il primo interprete.
Alla novita' di Ivan Vandor, seguiranno due concerti per pianoforte: il Quartetto in mi bemolle maggiore opera 16 di Beethoven e il Quartetto in sol minore opera 25 di Brahms. Lo spettacolo sara' registrato da Rai-Radio 3 per una successiva trasmissione.

I classici al Teatro Politeama Garibaldi di Palermo

Il ritorno dei grandi pianisti e della musica da camera e contaminazioni moderne per un repertorio in grado di soddisfare piu' esigenze. Prende il via domani l'81esima stagione concertistica degli Amici della Musica al Teatro Politeama Garibaldi di Palermo.
Da quasi un secolo al servizio della grande musica, l'associazione, fondata nel 1925, ha retto alla sfida del tempo, valorizzando gli artisti siciliani senza rinunciare al suo respiro europeo, dialogando con un pubblico vastissimo e dedicando particolare attenzione ai giovani, al mondo della scuola e del disagio sociale.
Due, come sempre, i turni di abbonamento, quello pomeridiano e quello serale, con 16 appuntamenti ciascuno a cui si aggiungono le 14 manifestazioni del ''Progetto Scuola''.
''Oggi gli Amici della Musica vengono considerati dal ministero per i Beni e le Attivita' culturali una fra le primissime istituzioni concertistiche del nostro Paese, per qualita' del progetto culturale e presenze di pubblico'' dice Cosimo Aiello, presidente dell'associazione. Un successo che si basa sulla ''capacita' di rinnovare i propri orizzonti, senza mai perdere il contatto con l'attualita' della musica e le molteplici aspettative del pubblico - spiega Aiello -. Sotto molti aspetti, l'81esima Stagione concertistica 2012/2013 degli Amici della Musica appare concepita nel segno di una costante ricerca della qualita'''. Da sempre dedicato al grande repertorio classico-romantico, il turno pomeridiano e' una sorta di "Omaggio al pianoforte" condotto attraverso innumerevoli capolavori musicali (da Beethoven a Ligeti passando per Bach, Chopin e Debussy) e capace di richiamare a Palermo alcuni fra gli esponenti di maggiore rilievo della scena concertistica internazionale. Si comincia domani, alle 17.15, con il ritorno del pianista austriaco Rudolf Buchbinder e con un programma interamente dedicato a Beethoven.
Fra gli altri pianisti in cartellone ci sono Giuseppe Albanese (17 dicembre), Andrea Lucchesini (4 marzo), Pietro De Maria (18 marzo) e Barry Douglas (6 maggio). Molto amato dal pubblico palermitano, l'artista irlandese, vincitore del Premio ''Caikovskij'' di Mosca, si confrontera' con il percorso delle ultime tre Sonate di Beethoven (op.
109, op. 110 e op. 111).
In calendario anche il ritorno alla dimensione cameristica di Salvatore Accardo, protagonista, insieme con Laura Manzini, di un recital con musiche di Brahms, Franck, Saint-Saens, Bloch e Paganini (26 marzo).
Pensati per un pubblico piu' variegato, i concerti del turno serale, invece, alternano opere ed interpreti del grande repertorio tradizionale con esecuzioni piu' 'trasversali'. Il concerto inaugurale e' in programma il 20 novembre, alle 21.15, con Francesca Dego. E se i concerti di Alexander Lonquich (5 febbraio), di Salvatore Accardo (26 febbraio), dell'Orchestra del Teatro Massimo "Vincenzo Bellini" (12 febbraio) e del giovane prodigio della tastiera Yundi, vincitore del Concorso "Chopin" Varsavia (7 maggio) appartengono al versante piu' ''classico'' della programmazione, nel mondo parallelo delle ''altre'' musiche si inserisce l'appuntamento con Irene Grandi & Stefano Bollani, che presentano il 26 novembre in esclusiva per la Sicilia il loro nuovo progetto discografico. Una raffinata fusione fra il jazz di Stefano Bollani e la voce calda e rock di Irene Grandi.
Tra le anteprime c'e' spazio anche per il compositore/pianista Michael Nyman, che presenta per la prima volta a Palermo i video realizzati come regista (4 dicembre) e per l'inconsueto trio costituito da Danilo Rea insieme con Paolo Damiani (violoncello) e Martux-M (elettronica): in programma, per la prima volta in Sicilia, un singolare omaggio a John Cage intitolato Silence (12 marzo).
Francesco Manara, insieme con l'Orchestra da Camera "Gli Armonici", eseguira', invece, per la prima volta in Sicilia il Vitalino raddoppiato di H.W. Henze (23 aprile); ed infine la prima rappresentazione assoluta del nuovo spettacolo-performance del gruppo vocale SeiOttavi, intitolato I SeiOttavi....All'Opera (30 aprile).

Montaldo ha 80 anni? No quattro volte 20

Uno dei piu' grandi registi italiani che compie "quattro volte vent'anni": Marco Spagnoli presenta al Festival di Roma il film documentario sulla vita e la carriera di Giuliano Montaldo. 
Un modo per omaggiare il regista genovese ritraendone gli aspetti pubblici e personali.
"L'idea all'inizio mi ha lasciato di stucco, essendo io ancora vivo -ironizza Montaldo- ma poi mi sono lasciato andare a fare 'l'attore' fidandomi ciecamente che facendo tutto cio' che mi diceva il regista. E' stato divertente".
Il film pero', il grande cineasta 'Sacco e Vanzetti' non l'ha ancora visto. "Lo vedro' oggi alla proiezione per la prima volta -rivela Montaldo- e poi non piu'. Sicuramente non mi piacero', pensero' che potevo non dire qualcosa o dirne delle altre: e' quello che succede sempre agli attori".Dall'incontro con Fellini a quello con Joan Baez, ai dialoghi leggendari con Sergio Leone, il film tratteggia la figura di un regista e di un intellettuale e, al tempo stesso, di una figura elegante che ha fatto del cinema la sua passione come pure un personalissimo strumento di ricerca sul piano civile.
"Ho avuto l'idea di raccontare Montaldo -spiega il regista Marco Spagnoli- perche' mi sembrava assurdo che nessuno lo avesse ancora fatto. Ho voluto far emergere il suo grande talento creativo ma anche il suo tratto di gentiluomo, una caratteristica molto rara".
Uno degli episodi che piu' lo ha colpito durante la lavorazione e' stato il ritrovamento di una lettera che Salvador Allende aveva scritto a Montaldo. "Scartabellando i suoi fogli -ricorda Spagnoli- ho trovato una lettera in cui Allende chiedeva a Montaldo di collaborare con lui in un film. Lui non me ne aveva nemmeno parlato! Questo descrive meglio di tutto il resto la grandezza e l'umilta' di questo grande artista".

Gallione, 30 anni di regia

Attraverso la mostra 'Un'idea di teatro/Un teatro di idee', sara' possibile ripercorrere i 30 anni di regia di Giorgio Gallione, direttore artistico del genovese Teatro dell'Archivolto dal 1986. Le istallazioni, fruibili al pubblico da mercoledi' prossimo fino al 9 dicembre al Palazzo Ducale di Genova, riprendono alcuni dei piu' caratteristici elementi scenici degli spettacoli del regista.
Dal sipario di bicchieri utilizzato per la messa in scena di 'One Hand Jack', alla foresta di alberi di 'Spoon River' e alle radiografie presenti nello spettacolo della 'Lunga notte del Dottor Galvan', ma anche attraverso le fotografie, i manifesti, i video e le maquette, viene restituita la personale concezione che Gallione ha del teatro: inconsueta e in continuo dialogo con i linguaggi contemporanei della letteratura, della danza fino al cinema e al fumetto.
I materiali teatrali esposti sono stati selezionati tra i 122 spettacoli realizzati dal regista genovese, dal primo allestimento di 'Gli accidenti di Costantinopoli' fino alle produzioni piu' recenti.

L'auditorium diventa 'L'isola dell'angelo caduto'

''Il mio film e' un thriller gotico surreale che ha un linguaggio complesso e contorto. Parte come un giallo classico ma, mano a mano, prevale una dimensione surreale in una specie di sinfonia di immagini''. Cosi' Carlo Lucarelli (nella foto sulla poltrona) parla del suo esordio alla regia nel film 'L'isola dell'angelo caduto', tratto dal suo omonimo romanzo e passato oggi al Festival di Roma nella sezione Prospettive Italia. Un film, quello dello scrittore, che guarda a piu' generi, dal thriller a fumetto, e che racconta di una colonia penale durante il regime fascista, esattamente nel 1925. Qui un giorno un commissario (Giampaolo Morelli) si trova ad indagare su una serie di strani delitti, ma capira' che se portera' avanti la sua indagine con scrupolo e correttezze rischia di non uscire piu' da quell'isola, la cui moglie Hana (Sara Sartini) odia, e in cui c'e' una forte presenza demoniaca.
Contro di lui il feroce e violento capomanipolo Mazzarino (Gaetano Bruno) e le inquietanti e ambigue figure de l'inglese (Rolando Ravello)' di sua moglie (Veronica Gentili)', del farmacista (Roberto Mantovani).
''Certo per me il cinema e' piu' difficile della scrittura che invece mi risulta naturale. E' come se avessi fatto un esperimento, un'avventura in cui scopri tante altre cose'' ha spiegato Lucarelli oggi all'Auditorium.
Comunque per lo scrittore nessuna voglia per ora di misurarsi ancora con il cinema. Mentre i suoi riferimenti continui al diavolo li spiega cosi': ''vengo dal noir, una cosa vicina al gotico e cosi' anche al diavolo''. Il ''grottesco'' ci tiene poi a dire ''e' stata una scelta cercata di proposito, come taglio per raffigurare la storia''.
Cosa porta Lucarelli, conduttore tra l'altro del programma Misteri italiani, verso la parte buia degli uomini? ''E il mistero che mi piace il fatto che ci sia una porta socchiusa''.

Roma FilmFest, oggi sfila la pioggia sul red carpet

Per restare in tema cinematografico il titolo giusto e' Singing in the rain: la pioggia che bagna la citta' non risparmia certo l'Auditorium Parco della Musica. E cosi' il red carpet festivo, secondo giorno, del Festival internazionale del cinema di Roma e' una gigantesca pozzanghera.
Piove a dirotto, gli operatori tv riparano le macchine sotto l'ombrello e anche la sfilata nella cavea di Renzo Piano e' pesantemente condizionata dal tempo. Poco fa l'attrice di etnia mari e le colleghe russe hanno sfidato il diluvio per entrare alla proiezione del loro Spose celesti dei mari della pianura.
Un red carpet insomma praticamente inagibile in un pomeriggio con gli spazi dell'Auditorium finalmente affollati di pubblico.

Applausi per Alì al Roma FilmFest

Applausi dalla stampa per il primo film italiano in concorso al Festival di Roma, "Alì ha gli occhi azzurri", che uscirà nelle sale il 15 novembre. La pellicola diretta da Claudio Giovannesi è ambientata a Ostia e racconta l'amicizia tra un sedicenne italiano e uno egiziano di seconda generazione, sospeso tra il desiderio di integrazione e le tradizioni della famiglia musulmana. Il film prende spunto dalla vera storia di Nader Sahran, il ragazzo protagonista del film, cresciuto in quelle periferie raccontate da Pasolini 50 anni fa.
Il titolo del film è proprio un omaggio al poeta che nel '62 scrisse "Profezia", prefigurando la società multiculturale: "Mi emoziona lo sguardo così puro e innocente di Pasolini su quel mondo marginale che raccontò in 'Mamma Roma' o 'Accattone'. - ha spiegato il regista - Nel mio film ho cercato di far mio quel sentimento, anche se la differenza tra ieri e oggi è che viviamo in una società multiculturale e dei consumi, e per questo Nader entra in conflitto con la tradizione islamica".
"Allora portavo davvero le lenti azzure: non perche' mi sentissi emarginato, ero io che volevo essere piu' integrato": cosi' parla Nader Sarhan , 19 anni, figlio di egiziani, italiano all'anagrafe, protagonista di 'Ali' ha gli occhi azzurri', con cui torna al Festival di Roma tre anni dopo 'Fratelli d'italia', il documentario di cui era protagonista.
Nader accompagna il suo regista, Claudio Giovannesi, di ritorno nella kermesse capitolina anche lui, stavolta in concorso: "Volevo continuare a lavorare sul tema dell'adolescenza periferica, multiculturale - spiega Giovannesi - I personaggi sono quelli del documentario, le storie che racconto vicinissime a quelle vissute da loro, ma il lavoro sulla messa in scena e' stato decisamente piu' faticoso".

Roma FilmFest, Margherita Buy apre Prospettive Italia

La fine degli anni di piombo, l'humus ideologico delle brigate rosse e quello che siamo oggi: alla sua seconda prova, dopo l'applaudito esordio di Cosmonauta, Susanna Nicchiarelli con La scoperta dell'alba, tratto dal romanzo omonimo di Walter Veltroni, prova a fare qualche conto con il passato recente italiano.
''Piu' che dare risposte o elaborare teorie - ha detto la giovane regista che e' anche attrice nel suo film che ha aperto la sezione Prospettive Italia al Festival di Roma - La scoperta dell'alba parla della necessita' dell' elaborazione di quel passato. Per me pubblica o collettiva va fatta con urgenza''.
Nel film, un continuo rimpallo tra il 1981 e il 2011, Margherita Buy e' una docente universitaria alla Sapienza di Roma (fidanzata con il vignettista Sergio Rubini) che nell'avvicinarsi del trentesimo anniversario della scomparsa misteriosa del padre, professore negli anni del terrorismo, non riesce a pensare ad altro se non a rievocare nella propria testa quei giorni di lei bambina, attraverso dettagli anche minimi, facendo emergere la massa indistinta dei ricordi per poterla finalmente dipanare. Il libro di una 'vittima', ossia il figlio di un professore assassinato proprio all'Universita' (evocativo della tragedia di Bachelet), non fa che riportarla ancora di piu' a quei giorni. Viene fuori una detection story con un che di fantascientifico, di Ai confini della realta', visto che la Buy telefona a lei piccola 30 anni prima, cercando di deviare il corso del destino familiare. Si scoprira' che il padre era coinvolto con le br e responsabile dell'imboscata al suo collega e amico professore diventato un 'simbolo' da colpire.
''Questa doppia ambientazione mi incuriosiva molto: stessi luoghi e personaggi da filmare prima e dopo - ha raccontato la Nicchiarelli - ho grande curiosita' per il passato e anche per una certa storia d'Italia''. Rispetto al romanzo di Veltroni sono cambiate alcune cose: il protagonista e' diventato una donna e anche la storia personale e' stata cambiata: ''Il libro era troppo triste per il mio film, avevo bisogno di leggerezza.
Ne ho tratto un soggetto con Michele Pellegrini che Veltroni ha approvato e siamo andati avanti per la nostra strada''. La scelta poi di spostare all'81 la storia, qualche anno dopo rispetto al romanzo, ''e' stata precisa: volevo aver vissuto quegli anni, rimettere in scena quella paura di pericolo costante con cui sono cresciuta. Si lavora sulle emozioni e i ricordi e io di quegli anni ne ho nitidi''.
Il film, prodotto da Fandango con Rai Cinema, uscira' in sala il 10 gennaio da 01. A portargli fortuna sara' Sergio Rubini che era presente anche in Cosmonauta e ha voluto fortemente essere nella Scoperta dell'alba. ''Il revisionismo e' una pratica pericolosa, invece con la nostra storia bisogna fare i conti seriamente e non inventarsi ogni giorno che quegli anni del terrorismo sono andati in un modo diverso. E interessate che una regista giovane abbia avuto voglia di farlo. Chi ha vissuto quegli anni e' spesso affetto da pentitismo: forse saranno i giovani a poterci raccontare come sono andate le cose''.
Margherita Buy si e' messa in gioco, immaginando se stessa bambina. ''Di quegli anni anche io ho tanti ricordi, ero a Roma e si viva tra posti di blocco e paura, quel clima e le tante cose drammatiche ci hanno sicuramente condizionati per come siamo adesso''.