giovedì 15 novembre 2012

Charlotte Rampling 'pazza' del Cinemaxxi

Nervosa, scattante, tutta vestita di nero, pantaloni-camicia-giacca, Charlotte Rampling perfettamente consapevole di essere, perlomeno in Italia, un'icona oltre che un'attrice dalla lunga importante carriera, si infastidisce alle domande curiose della stampa sui massimi sistemi. ''Non sono mica un oracolo, posso recitare, fare finta di esserlo ma non lo sono'' scatta la Rampling, 66 anni portati con fascino ed
eleganza, protagonista al festival di Roma con Tutto parla di te, il film di Alina Marazzi presentato a Cinemaxxi. Cosi' guardando dritto, con quello sguardo che da 40 anni e' torbidamente irresistibile, si permette osservazioni che non ti aspetti da un simbolo di emancipazione come lei: ''le donne non sono felici, pensano di potersela cavare da sole a tirare su i figli senza i compagni ma il risultato e' che hanno spaventato gli uomini, forse si sono spinte troppo oltre''. In Tutto parla di te e' Pauline, una donna che dopo anni torna a Torino per una ricerca sulle esperienze e i problemi delle mamme di oggi, a cominciare da quelle che frequentano un centro per la maternita'.
Tra le mamme che conosce c'e' Emma (Elena Radonicich), in crisi profonda e alla ricerca di un senso di se' anche nella nuova identita' di madre. ''Mi piaceva del progetto di Alina Marazzi - dice la Rampling - quel rapporto con l'archivio, la memoria, il suo modo di ricostruire e indagare''. La parola memoria riporta agli inizi della carriera dell'attrice inglese, alla Caduta degli dei di Visconti e soprattutto allo scandaloso Portiere di Notte della Cavani. ''Senza quel film - ammette la Rampling - nessuno in Italia mi conoscerebbe e forse non sarei neppure qui a presentare un film. Oggi mi piace ma
all'epoca un po' ero spaventata, sono una persona che cerca di fare cose invisibili ma certo sapevo che quel film si sarebbe fatto notare''. Della sua carriera butterebbe via tutto, ''ma solo per non annoiarmi a rifare le stesse cose'', scherza. Di una cosa pero' di sicuro dice di essersi annoiata in questi anni: ''il ruolo di femme fatale che per tanto tempo sono stata chiamata ad interpretare e che ad un certo punto mi ha portato ad allontanarmi dal cinema. Adesso ho ritrovato l'interesse per il cinema, per molto tempo ho rifiutato i copioni, ora ho di nuovo voglia specie se la proposta e' bella come questa''. Dice di apprezzare tutto il nuovo cinema italiano, Garrone, Muccino, Sorrentino. ''Amelio? Ma mica e' giovane, ha la mia stessa eta''', risponde a chi le suggeriva il nome del regista che l'ha diretta nelle Chiavi di casa nel 2004. Tutto parla di Te, in sala a primavera distribuito dalla Bim, l'ha spinta a ripensare al tema della maternita'. ''E' inutile dirsi e convincersi che e' tutto bello. Essere madre e' una cosa che traumatizza, fa paura e questo film e' importante proprio perche' ne parla, ignorare che la maternita' puo' turbarti significa negare la realta' come in quegli spot di propaganda sulla procreazione''. E la Rampling che madre e' stata? ''Terribile - dice ironica - non a caso mio figlio Barnaby Suthcumbe per la sua opera prima, in uscita a breve, Io Anna, si e' vendicato proponendomi di interpretare il ruolo di una donna completamente pazza''.