venerdì 19 ottobre 2012

A sorpresa Giovanna Melandri presidente del MAXXI

L'onorevole Giovanna Melandri alla guida del Maxxi. La conferma ufficiale arriva dal Mibac che, in una nota, informa che "il ministro per i Beni e le Attivita' Culturali,
professore Lorenzo Ornaghi, e l'onorevole Giovanna Melandri, prossimo Presidente della Fondazione MAXXI - Museo nazionale delle arti del XXI secolo", martedi' 23 ottobre, alle 11,30, terranno una conferenza stampa al Maxxi per illustrare "le principali linee di azione e sviluppo del Museo".
"Giovanna Melandri, Ministro per i Beni e le Attivita' Culturali
dal 1998 al 2001 e promotrice della legge n. 237 del 1999, istitutiva
del Centro per la documentazione e la valorizzazione delle arti
contemporanee e di nuovi musei, primo nucleo del MAXXI, ha incontrato
ieri sera il professore Ornaghi e il Segretario generale del MiBAC,
architetto Antonia Pasqua Recchia, Commissario del MAXXI fino al 31
ottobre. Nell'incontro -informa ancora il Mibac- sono stati valutati
la situazione di bilancio al termine del commissariamento, il nuovo
Statuto, le concrete possibilita' di rafforzamento del MAXXI nel
sistema internazionale dei grandi musei di arte contemporanea".
Non sono comunque mancate le critiche per la nomina che ha il sapore politico. "La nomina di Giovanna Melandri a presidente del Maxxi da parte del ministro Ornaghi e' oggettivamente un atto che fuoriesce dalle competenze di un governo tecnico. L'on. Melandri, che pure e' una persona per bene, non avrebbe a mio giudizio dovuto accettare e dovrebbe comunque dimettersi immediatamente dalla carica di deputato.
Spero che nei prossimi giorni non si debba assistere a provvedimenti analoghi, magari legati a parlamentari del Pd che in queste ore hanno fatto il bel gesto di dichiarare la loro non ricandidatura, per non finire rottamati''. E' quanto dichiara il deputato del PdL Fabio Rampelli.

Ben Affleck presenta Argo a Roma

Argo, ovvero l'azione segreta per liberare sei cittadini Usa durante al crisi degli
ostaggi in Iran del '79: accanto al ruolo poco noto della Cia, ce n'e'
un altro ancor piu' misconosciuto, quello di Hollywood, con un film,
Argo appunto, orchestrato ad hoc per liberare i sei. Ora a parlarne e'
il grande schermo, grazie a un thriller basato su quei fatti realmente
accaduti (desecretati da Bill Clinton), desunti dal saggio 'The Master
of Disguise' di Antonio Mendez e un articolo di Wired: ancora Argo,
diretto, interpretato e prodotto da Ben Affleck e dall'8 novembre
nelle nostre sale in 300 copie targate Warner Bros.
''Sono due le responsabilita' - dice Affleck - per un film
tratto da una storia vera: creare l'empatia tra personaggi e pubblico
e attenersi alla Storia. Serve equilibrio, al massimo qui c'e' qualche
omissione, perche' se ne sarebbe potuto fare una miniserie di 10
ore''. Ma, a maggior ragione considerando che la crisi degli ostaggi
porto' alla fine del presidente Carter e all'insediamento di Reagan,
Argo e' un film politico? ''No, volevo semplicemente ritornare a
quella situazione in Iran di 30 anni fa, e la voce in fuori campo di
Carter e' solo il miglior commento possibile'', precisa Affleck.
Inoltre, ''il cinema non salva il mondo o le persone, e' una forma
d'arte, garantisce la piena espressione di un individuo, e deve far
commuovere''.
Parla di ''amore per il cinema'' e ''omaggio a chi si sacrifica
per il proprio Paese'', Ben, sottolineando: ''Amo il mio Paese in modo
molto pragmatico, e sono da sempre interessato ai legami umani, al di
la' dei confini nazionali''. Ma la politica ritorna: ''L'Occidente ha
chiuso un occhio su corruzione e repressione dei dittatori amici, e
oggi e' ovvio pensare a Mubarak, alla rivoluzione verde iraniana. E
con un pizzico d'ironia, perche' questi moti hanno cooptato molte
caratteristiche della rivoluzione islamica, sebbene oggi il bersaglio
sia proprio Ahmadinejad.
D'altronde, per il film, che abbiamo girato in Turchia, non ho trovato nessun iraniano disposto a recitare per il timore di rappresaglie su di se' e la propria
famiglia: non e' fiction, in Iran c'e' un regime stalinista''. Non
solo, prosegue Affleck, ''sono rimasto sorpreso e intristito per
Bengasi (il recente attacco al consolato Usa in cui e' rimasto ucciso
anche l'ambasciatore Chris Stevens, NdR): Argo e' appunto un omaggio a
chi si sacrifica, ma e' davvero triste vedere come la storia si
ripeta, non ci siamo allontanati dagli eventi del film''.
Alla sua terza regia dopo Gone Baby Gone e The Town, Affleck
confessa che ''non e' facile tornare dietro la macchina da presa'',
mentre per un attore si tratta di ''fare provini, e se sei fortunato
cogli l'opportunita', come chi muore di fame e quando raggiunge una
tavola imbandita prende tutto quel che puo'''. Tra i produttori
figurano anche Grant Heslov e Clooney: ''Con George ti senti protetto,
e' molto intelligente, vi consiglio di lavorare con lui''.
Viceversa, per bocca di Alan Arkin e John Goodman, che al fianco
del Tony Mendez di Affleck, specialista CIA di esfiltrazioni,
interpretano le altre due menti creative del progetto Argo (il film
nel film), sentiamo parlare di Hollywood come terra di cialtroni, dove
anche un macaco puo' fare il regista: ''No, non e' proprio cosi' -
scherza il regista-attore - e se dicessi altrimenti come potrei
tornare a casa? Quelli di John e Alan sono personaggi iperbolici,
eppure un fondo di verita' c'e': Hollywood e' come Washington, tutti
spingono e sfruttano i vantaggi, e' il prodotto della competizione, ma
per fortuna ho anche dei buoni amici che non ti mentono ogni giorno.
Comunque, presumo che qualche macaco giri davvero per Hollywood,
magari lo sono anch'io''.

E io non pago - il trailer


DAL 31 OTTOBRE AL CINEMA. Furbetti, evasori fiscali, blitz della finanza in splendide località turistiche, la crisi che avanza e che colpisce un po' tutti... o quasi.

XVIII Medfilm al via con il premio a Freccero

Al via la diciottesima edizione del MedFilm Festival, la kermesse
cinematografica della Capitale, fondata e diretta da Ginella
Vocca, che rinnova l'appuntamento con i protagonisti del
Cinema del Mediterraneo. L'inaugurazione - a entrata gratuita
fino a esaurimento posti - si terra' presso l'Auditorium
Conciliazione (via della Conciliazione, 4) con la Cerimonia
di apertura e la proiezione in anteprima italiana del
lungometraggio Noor, di Çagla Zencirci e Guillaume
Giovanetti, proiettato in lingua originale con sottotitoli in
italiano. Girato in Pakistan, lungo la strada del Karakoram,
attraverso le montagne, Noor racconta una storia vera, una
favola on the road, su un uomo in cerca dell'amore e di una
nuova identita', sullo sfondo della Khusras, la comunita'
transgender pakistana. Prima della proiezione del film, la
consegna da parte di Caterina D'Amico, direttrice della Casa
del Cinema, del Premio Koine' a Carlo Freccero, gia'
direttore di Rai 2 e presidente di Rai Sat, attuale direttore
di Rai 4, osservatore attento della complessita'
contemporanea, scopritore di giovani artisti, innovatore dei
linguaggi della comunicazione, sperimentatore e pioniere di
una televisione dai confini fluidi.

giovedì 18 ottobre 2012

RUTGER HAUER A MILANO PER 30 ANNI DI BLADE RUNNER


Rutger Hauer, 68 anni, ha incontrato il pubblico a Milano in occasione del lancio del cofanetto prodotto da Warner Bros per il trentennale del film di Ridley Scott, nel quale l'attore olandese interpretava il replicante Roy, personaggio della fantascienza diventato epico e un vero cult.
Ha raccontato aneddoti ed episodi dal set di Blade Runner, ma anche progetti futuri e il desiderio di ''tornare a lavorare con Ermanno Olmi'', a 23 anni di
distanza da 'La leggenda del santo bevitore' e a un anno da 'Il
villaggio di cartone'. Ma la sua visita milanese e' stata anche segnata da un fuori
programma. L'attore e' rimasto bloccato infatti per una ventina
di minuti all'interno di un ascensore nel Centro sperimentale di
cinematografia, a causa di un guasto, ed e' stato 'salvato' dai
vigili del fuoco. ''Erano talmente ben vestiti che sembrava di
essere in un film, volevo chiedere loro l'autografo ma e' finita
che l'hanno chiesto a me'', scherza.
''Non ci aspettavamo che il film avrebbe avuto questo
successo - racconta Hauer al pubblico nella libreria Feltrinelli
in piazza Piemonte - tra i miei ricordi c'e' quello della scena
di un salto che dovevamo girare in notturna. Due stuntman si
sono infortunati e, per salvare la produzione, ho deciso di
tentare il salto, con in tasca i miei portafortuna, e ce l'ho
fatta''. Tra le difficolta' quella di rendere il personaggio di
Roy ''piu' umano degli umani'', come voleva Ridley Scott, con un
processo ''che ha richiesto una preparazione enorme''.
Nel futuro di Rutger Hauer la partecipazione nella nuova
stagione della serie tv statunitense True blood, che mischia
dramma e horror con i vampiri come protagonisti. ''Stanno ancora
scrivendo il copione, so poco del mio ruolo ma so che avro'
parecchi denti, come un serpente o un coccodrillo - scherza -
sto lavorando su alcuni episodi a cartoni animati, ho ancora
velleita' da regista e diversi progetti in cantiere''.

mercoledì 17 ottobre 2012

Claudia Pandolfi madrina del Festival del cinema di Roma

Sara' Claudia Pandolfi a fare gli onori di casa nella serata di apertura e di chiusura della settima edizione del Festival Internazionale del Film di Roma (9
- 17 novembre). L'attrice romana dara' il segnale di inizio della manifestazione e presentera' la giuria, prima della proiezione di Aspettando il mare, il kolossal di Bakhtiar Khudojnazarov (Gala Fuori Concorso) in prima mondiale la sera
del 9 novembre. Pandolfi condurra' anche la serata di premiazione, alla quale seguira' il film di chiusura, Una pistola en cada mano del regista e sceneggiatore catalano Cesc Gay, Fuori Concorso, in prima mondiale.
Pandolfi ha recitato per alcuni dei piu' noti registi italiani come Paolo Virzi' (Ovosodo e La prima cosa bella), Cristina Comencini (Quando la notte), Enzo Monteleone (Due partite), Luca Lucini (Solo un padre e Amore, bugie e calcetto), Riccardo Milani (Auguri professore), Guido Chiesa (Lavorare con lentezza)
e Michele Placido (Le amiche del cuore). Nel corso della sua carriera, iniziata nei primi anni '90, ha ricevuto il Premio Anna Magnani come migliore attrice protagonista al Film Festival di Bari per Quando la notte, due nomination ai David di
Donatello e ai Nastri d'Argento come Miglior attrice non protagonista per Cosmonauta di Susanna Nicchiarelli e La prima cosa bella di Paolo Virzi' e un'ulteriore nomination ai Nastri d'Argento come Migliore attrice non protagonista per Due partite
di Enzo Monteleone. In tv ha raggiunto la notorieta' con la sitcom ''Un medico in famiglia''. E' stata poi protagonista nella serie ''Distretto di polizia'', ''I liceali'' e nel film tv ''Nassiryia - per non dimenticare'' di Michele Soavi.

Gli scatti di Kubrick in mostra al Bramante

A Roma al Chiostro del Bramante, da venerdi' al 25 novembre eccezionalmente per solo
un mese vengono presentati i sorprendenti e intriganti lavori
fotografici di un giovanissimo Stanley Kubrick, talento
inesplorato di uno dei piu' grandi geni cinematografici del
dopoguerra, regista di 2001 Odissea nello Spazio, Lolita, Arancia Meccanica, Eyes Wide Shut.
Kubrick realizzo' questi scatti tra il 1945 e il 1950, quando
a soli 17 anni venne assunto da Look magazine, una fra le piu'
importanti riviste Usa per documentare la vita quotidiana
nell'America dell'immediato dopoguerra attraverso le storie di
celebri personaggi come Rocky Graziano o Montgomery Clift, le
inquadrature contraddittorie di una New York in corsa per
diventare la nuova capitale mondiale, o della giovane borghesia
universitaria della Columbia university. La mostra approfondisce
questo intenso periodo che solo da poco le ricerche hanno
consentito di scoprire: fino a pochi anni fa infatti, Kubrick
fotografo non era noto altro che per le illustrazioni degli
articoli pubblicati.
'Stanley Kubrick. Photographer', questo il titolo della
mostra, indaga quindi un aspetto finora poco conosciuto della
carriera del regista americano, rivelando il suo modo di fare
fotografia, una delle passioni che Kubrick, ancora minorenne,
eredito' dal padre (l'altra sono gli scacchi), ma che si esauri'
nel breve volgere di un quinquennio. La prima fotografia venne
pubblicata il 26 giugno 1945 e ritrae un edicolante affranto per
la morte di Roosevelt, un'immagine che affascinera' cosi' tanto
gli editor di Look da offrire al fotografo dilettante la
possibilita' di entrare nello staff della rivista come
fotoreporter.
Oltre 160 fotografie stampate dai negativi
originali conservati nella Look magazine collection del Museum of
the City of New York che custodiscono un patrimonio ancora
sconosciuto di oltre 20.000 negativi di uno Stanley Kubrick
giovanissimo. Tra le opere in mostra si possono ammirare il
ritratto dedicato al giovane attore Montgomery Clift ripreso nel
suo appartamento, il campione di boxe italo-americano Rocky
Graziano, uomo dall'infanzia difficile e migrato oltreoceano,
colto da Kubrick sotto la doccia alla ricerca della sua anima
piu' autentica, lontano dai riflettori. Riprendendo Betsy
Furstenberg, il regista-fotografo fa entrare lo spettatore nel
mondo di una bellezza canonica d'altri tempi, simbolo della vita
mondana newyorkese, contrapposta alla vita precaria dei piccoli
lustrascarpe che si aggirano agli angoli delle strade di New
York.
Spazio anche per gli artisti del circo, con i loro retroscena,
e per il genere poliziesco come in 'Crimini', dove Kubrick
testimonia l'arresto di due malviventi seguendo le strategie dei
poliziotti fino all'avvenuta cattura, e lasciando intravedere la
vena indagatrice dell'occhio del futuro regista. Negli scatti
della Columbia university, il giovane osserva dietro l'obiettivo
il luogo d'elite dove l'America formava la classe dirigente del
futuro. Il progetto espositivo e' prodotto dal Chiostro del
Bramante con GammGiunti, con il patrocinio dell'assessorato alle
Politiche culturali e Centro storico di Roma Capitale, e
realizzato grazie alla collaborazione con il Museum of the City
of New York e con i Musees Royaux Des Beaux-Arts de Belgique.

Vinicio Marchioni reciterà per il premio Oscar Paul Haggis


Moviemax Media Group annuncia l'inizio delle riprese del film "Third Person", film acquisito dal gruppo durante l'ultimo Festival di Toronto.
Dopo l'Oscar per Crash e le sceneggiature di Million Dollar Baby e
Nella Valle di Elah, Paul Haggis torna a girare il suo nuovo film
a Roma.
Third Person, questo il titolo del film, verra' girato
principalmente in Italia tra gli storici studi cinematografici di
Cinecitta', il centro storico di Roma e la citta' di Taranto. Nel
cast di questo intreccio di vite Liam Neeson, Olivia Wilde, Mila
Kunis, James Franco, Adrien Brody, Moran Atias, Kim Basinger,
Maria Bello e, tra gli interpreti, anche l'attore italiano Vinicio
Marchioni.
Il film racconta le storie di tre coppie che vivono in tre citta'
diverse: New York, Parigi e Roma. L'idea del film e' di raccontare
una moderna storia sulle relazioni: "Le tre storie rappresentano
l'inizio, la relazione in se' e la fine di questa - ha detto
Haggis - La coppia in Italia e' l'inizio, Parigi e' il durante e
New York la fine".
Moviemax distribuira' il film in Italia nel 2014.

martedì 16 ottobre 2012

Ted, il fenomeno

Fenomeno Ted: l'orsacchiottone beige
dal linguaggio e dai modi scurrili impazza al cinema tra i
ragazzini e non solo in Italia.

Il film, scritto, diretto, prodotto e interpretato (doppiato) da Seth MacFarlane e' costato 50 milioni e ne ha gia' incassati 470, cifre che la dicono lunga
sul successo di questa commedia Universal decisamente scorretta
in cui il protagonista in peluche non fa che dire parolacce,
ruttare, fumare con il bongo e pure tirare cocaina.
Vietato ai minori di 14 anni, con un doppiaggio in italiano
pure edulcorato rispetto alla versione originale, Ted ha
riportato al cinema gli adolescenti grazie ad un passaparola che
in controtendenza con quello che usualmente accade ha fatto
migliorare gli incassi nella seconda settimana rispetto alla
prima (precedente recente il francese Quasi amici). Dal 7
ottobre ha incassato 6 milioni e mezzo ed e' stato visto da un
milione di persone, solo in Italia. E non e' neppure in 3d. Un
fenomeno cult anche sui social network, un po' come capito' con
I soliti idioti, anche quello un film politicamente scorretto,
non amato dalla critica.
Seth MacFarlane e' un geniaccio dalla battuta fulminante:
creatore visionario del successo televisivo 'I Griffin',
'American Dad!' e 'The Cleveland Show' con Ted e' al debutto
sul grande schermo. Il suo umorismo ha ormai sfondato a
Hollywood: e' notizia recente che presentera' la notte degli
Oscar e di certo, visto il tipo, non sara' un gala' formale.
In Ted, che mescola live-action e animazione con computer
grafica, MacFarlane racconta la storia di John Bennett (Mark
Wahlberg), un adulto che, in seguito all'esaudirsi di un
innocente desiderio infantile, ha portato in vita il suo caro
orsacchiotto di peluche. Quasi 30 anni dopo, la favola ha
raggiunto livelli inaspettati con l'orsacchiotto sboccato e
cinico. Ted e' riluttante a lasciare l'ormai cresciuto John
senza contare l'avversione che prova la paziente fidanzata
dell'uomo, Lori Collins (Mila Kunis). Nel cast di Ted ci sono
attori dei Griffin, come Jessica Barth la cassiera, 'fidanzata'
dell'orsacchiotto e, in un cameo, la cantante-attrice Norah
Jones. Nel manifesto, ambientato nei bagni pubblici, Ted e John
stanno facendo pipi' e questo gia' mette sull'avviso. Nel film,
una favola vietata, i due cantano canzoncine volgari per tenere
lontana la paura durante i temporali, passano le giornate
'stravaccati' sul divano a vedere vecchi film, bere birra e
fumare roba dal bong: il ragazzo cresciuto e' rimasto infantile,
Ted 'invecchiando' e' piu' sboccato e sporcaccione che mai, con
abitudine sessuali spregiudicate e pusher di riferimento.
''Mettimi il dito nell'etichetta'' e' una frase 'cult' di Ted,
le altre irriferibili.

"C'ERA UNA VOLTA IN AMERICA" TORNA IN SALA CON SEQUENZE INEDITE

"C'era una volta in America", il capolavoro
diretto da Sergio Leone nel 1984, torna nei cinema italiani dal 18
ottobre, in versione restaurata con molte scene e sequenze inedite
che furono tagliate ai tempi della prima distribuzione del film.
La pellicola e' stata acquistata dalla Andrea Leone Films dei
figli di Sergio Leone, Raffaella e Andrea e sara' distribuita in
70 copie nel circuito The Space e in altre sale che ne hanno fatto
esplicita richiesta.
"Era un sogno che avevamo da sempre - ha spiegato Raffaella Leone
- quello di poter inserire i tagli che erano costati moltissimo a
mio padre. Io sono cresciuta con la prima versione ed e' quella a
cui sono piu' legata. Pero' questa versione da' un senso di
compiutezza all'opera e spiega alcune parti della storia che forse
restavano sospese. Tutto questo e' nato grazie ai rapporti
recuperati con il produttore Arnon Milchan, ricomprando i diritti
per l'Italia. Non solo cinema, il 7 dicembre questa versione del
film uscira' in dvd. In seguito un cofanetto con entrambe le
versioni. Il doppiaggio sara' quello originale visto che molti dei
cultori si erano lamentati del doppiaggio che era stato rifatto in
seguito. Le scene aggiunte sono in lingua originale con i
sottotitoli per mantenere l'audio originale".
Leone poi parla della casa della sua casa di produzione e dei
prossimi progetti: "Usciremo nelle sale prossimamente con due
pellicole importanti. Prima di tutto il nuovo film di Gabriele
Muccino, 'Quello che so sull'amore', con protagonisti Gerard
Butler e Jessica Biel, quindi un grande progetto internazionale e
a seguire 'Amiche da Morire' di Giorgia Farina con protagonisti
Vinicio Marchioni, Claudia Gerini e Sabrina Impacciatore".

Belen 'gladiatrice' in 3D

Gladiatori di Roma in 3D, il film d'animazione realizzato da
Iginio Straffi, papa' delle Winx, vanto del made in Italy, e'
gia' stato acquistate in 30 paesi. Ed e' pronto a conquistare il
pubblico Usa, con una distribuzione fino ad oggi pari solo a La
Vita e' bella di Benigni.
Il film con le voci di Laura Chiatti, Luca Argentero e Belen
Rodriguez in sala dal 18 ottobre (400 copie distribuite da
Medusa per l'Italia) uscira' in 3000 sale negli Usa a Pasqua ma
anche in tutti i paesi dell'America Latina, in Europa ma anche
in Asia, Corea compresa. Stamani il regista insieme a Belen ed
Argentero e all'amministratore delegato di Medusa Film Giampaolo
Letta sono intervenuti a un'anteprima nazionale per i bambini
delle scuole elementari di Roma. Argentero, ha prestato la voce
a Timo, il timido ragazzino che ha il phisique du role ma non
la mente e la verve e la tensione del combattente. Non gli
importa di combattere nell'arena, non gli importa di essere il
piu' forte, gli importa solo del suo amore. ''Il bello - spiega
l'attore - e' proprio questo non essere un supermacho, avrebbe
il fisico ma non gli importa di esserlo''. Un film che sebbene
ambientato nella Roma imperiale, e' attualissimo. e lancia ai
piu' giovani il messaggio importante che solo con l'impegno, il
sacrificio, si possono raggiungere i risultati. Non esistono
scorciatoie per nessuno''.
L'unica cosa che interessa a Timo e' Lucilla, (la voce e' di
Laura Chiatti) la figlia di Chirone ed e' promessa sposa al
pallone gonfiato Cassio. Per lei scendera' nell'arena. Ma prima
entra in gioco l'amazzone Diana, tosta e intrigante, determinata
e perfetta, praticamente una dea. Parla, non a caso con la voce
di una showgirl diva della tv Belen Rodriguez:''Per me e' un
sogno che si avvera. Da ragazzina ha scuola ho studiato al liceo
orientamento dizione, radio e insegnamento. Mi sarebbe piaciuto
lavorare in quel campo. Poi a 15 anni ho intrapreso la carriera
di modella e ho preso un'altra strada''. Diana ''insegna a Timo
come vincere con se stesso prima ancora che con gli altri. Lo
mette in forma, gli da' preziosi consigli. Lo trasforma in un
vero uomo per la donna che ama, Lucilla. E Timo impara''. Una
esperienza straordinaria concludono Argentero e Belen ''non ci
siamo mai divertiti cosi' tanto''. Straffi, regista e fondatore
dello studio di animazione Rainbow, a Loreto, oltre che
produttore e anima dei Gladiatori di Roma fa notare: ''Volevo
fare un film per tutti, grandi e piccini. Cosi' prima di
distribuirlo in sala abbiamo fatto delle proiezioni test. Che ci
hanno indirizzati. Alcune scene sono state resettate in corso
d'opera. Altre tagliate per i mercato Usa e dell'Arabia saudita
che notoriamente hanno un pubblico piu' conservatore. Ad esempio
una scena di Diana che mette in mostra una gamba lasciva
appoggiandola su uno sgabello. Ma dettagli piu' che altro. Un
film che ha avuto una gestazione lunga, durata cinque anni,
perche' sono un perfezionista. I miei gladiatori sono uomini
veri, molto spesso maldestri, e proprio per questo autentici.
Per i ragazzi e' importante avere dei esempi positivi. I
gladiatori non erano altro che gli odierni calciatori, divi da
idolatrare ma Timo comprendera' anche grazie ai consigli di
Diana quanto possa essere sbagliato utilizzare delle scorciatoie
per vincere''. I costi di produzione, solo in Italia, hanno
raggiunto 35 milioni di euro. Un film spiega il presidente di
Medusa ''di altissimo livello che non ha nulla da invidiare ai
kolossal d'animazione statunitensi''.