domenica 11 novembre 2012

L'auditorium diventa 'L'isola dell'angelo caduto'

''Il mio film e' un thriller gotico surreale che ha un linguaggio complesso e contorto. Parte come un giallo classico ma, mano a mano, prevale una dimensione surreale in una specie di sinfonia di immagini''. Cosi' Carlo Lucarelli (nella foto sulla poltrona) parla del suo esordio alla regia nel film 'L'isola dell'angelo caduto', tratto dal suo omonimo romanzo e passato oggi al Festival di Roma nella sezione Prospettive Italia. Un film, quello dello scrittore, che guarda a piu' generi, dal thriller a fumetto, e che racconta di una colonia penale durante il regime fascista, esattamente nel 1925. Qui un giorno un commissario (Giampaolo Morelli) si trova ad indagare su una serie di strani delitti, ma capira' che se portera' avanti la sua indagine con scrupolo e correttezze rischia di non uscire piu' da quell'isola, la cui moglie Hana (Sara Sartini) odia, e in cui c'e' una forte presenza demoniaca.
Contro di lui il feroce e violento capomanipolo Mazzarino (Gaetano Bruno) e le inquietanti e ambigue figure de l'inglese (Rolando Ravello)' di sua moglie (Veronica Gentili)', del farmacista (Roberto Mantovani).
''Certo per me il cinema e' piu' difficile della scrittura che invece mi risulta naturale. E' come se avessi fatto un esperimento, un'avventura in cui scopri tante altre cose'' ha spiegato Lucarelli oggi all'Auditorium.
Comunque per lo scrittore nessuna voglia per ora di misurarsi ancora con il cinema. Mentre i suoi riferimenti continui al diavolo li spiega cosi': ''vengo dal noir, una cosa vicina al gotico e cosi' anche al diavolo''. Il ''grottesco'' ci tiene poi a dire ''e' stata una scelta cercata di proposito, come taglio per raffigurare la storia''.
Cosa porta Lucarelli, conduttore tra l'altro del programma Misteri italiani, verso la parte buia degli uomini? ''E il mistero che mi piace il fatto che ci sia una porta socchiusa''.