sabato 17 novembre 2012

La Razzabastarda di Alessandro Gassman sfila sul red carpet

''Il viaggio di 'Razzabastarda' nasce nel 1984 off Broadway. Robert De Niro legge Cuba and his 'Teddy Bear' del cubano Reinaldo Povod e lo mette in scena per 6 settimane, con grandissimo successo. Mi sono chiesto perche' un genio come lui l'avesse scelto, l'ho letto e l'ho portato a teatro, trasformando i cubani del Bronx anni '80 nei romeni di oggi, anche perche' quel Bronx assomiglia molto alle nostre periferie attuali''.
Il successivo passaggio e' il cinema. 'Razzabastarda', scritto con Vittorio Moroni, diretto e interpretato da Alessandro Gassman e in cartellone alle Prospettive Italia del festival di Roma.
Dopo 300 repliche e 280mila spettatori a teatro, Gassman ne ha fatto la sua opera prima, portando sul grande schermo i colleghi di palcoscenico, le maestranze conosciute in 30 anni di carriera e la storia di Roman (lui stesso), romeno in Italia da 30 anni, e il suo sogno, garantire un'esistenza migliore al figlio Nicu (Giovanni Anzaldo), che ha cresciuto senza madre. Nel cast anche Manrico Gammarota, Sergio Meogrossi, Matteo Taranto, Madalina Ghenea e Michele Placido.(segue)
''La storia mi aveva molto commosso, il plot centrale e' anche qui sul rapporto padre-figlio, ma volevamo entrate in mondi non esplorati a teatro, parlare degli emarginati della nostra societa' e ho avuto liberta' totale di agire seguendo la mia immaginazione - ha dichiarato Alessandro Gassman- Vedere il film finito e scoprirlo molto simile a come l'avevo immaginato, e' il godimento piu' grande della mia trentennale carriera. E credo mio padre avrebbe amato questo film senza tanti orpelli, e' una storia credibile ma non totalmente realistica''.

Musiche di Pivio e Aldo De Scalzi, una canzone originale di Francesco Renga, Razzabastarda e' in bianco & nero, perche' ''immagino quel mondo senza colori e non elegante'', ha aggiunto dice Gassman.
Qualcuno tira in ballo Pasolini, ma il neoregista ha spiegato ancora: ''Non ci avevo pensato, nel caso e' un onore. Io mi sono ispirato a 'L'odio' di Mathieu Kassovitz, che ho visto e rivisto, e al 'Larry Clark' di Kids e Ken Park''.