lunedì 18 febbraio 2013

Dal flash mob al cinema: "Italy amore mio"

"Lo scorso anno e' stato presentato all'Onu, durante la 20° sessione del Consiglio per i diritti umani, il Rapporto tematico annuale sugli omicidi basati sul genere e l'Italia ha avuto un richiamo perche' il quadro e' preoccupante. Pochi giorni fa c'e' stato un flash mob globale attraverso il quale le donne di 280 paesi hanno manifestato contro le violenze che subiscono. Fare un film su questo mi e' sembrato doveroso perche' ci coinvolge tutti". Lo afferma Ettore Pasculli, uno dei padri del cinema digitale, presentando a Milano il suo 23mo film, 'Italy amore mio'.
Un lungometraggio che affronta le violenze psicologiche nei confronti delle donne e le difficolta' di integrazione dei figli di genitori stranieri nati in Italia attraverso l'amore per l'arte della danza. "Mi aveva colpito molto -spiega il regista- il caso della ragazza bresciana di origini pakistane, che aveva osato andare contro le tradizioni della sua famiglia perche' si era innamorata di un ragazzo italiano ed era stata uccisa dal padre. La cronaca, la sorella povera della realta', fa spesso emergere il tema dall'emarginazione e la disparita' di condizioni della donna. Non e' un tema nuovissimo, ma le reiterate violenze che alcune donne subiscono ci dovrebbero coinvolgere in prima persona".
La trama ha un precedente cinematografico, 'Passo a due', con il ballerino Kledi Kadiu, anche li' un immigrato albanese che tenta di sfondare nel mondo della danza. Ma il soggetto, in questo caso, trae ispirazione dal testo 'Il monopolio dell'uomo' (primo manifesto femminista italiano,1890) di Anna Kuliscioff e racconta la storia di Alina, una ragazza rumena che si trova a fronteggiare lo scontro tra due culture, quella della famiglia e quella del paese in cui e' nata, situazione che vivono spesso le seconde generazioni di immigrati.