venerdì 8 febbraio 2013

La crisi della sinistra al cinema

In piena campagna elettorale irrompe al cinema "Viva la libertà" (dal 14), il film di Roberto Andò su un leader di sinistra in crisi (Toni Servillo) che decide di sparire e viene sostituito dal gemello, depresso bipolare. Quel personaggio stravagante ridarà speranza ai cittadini, parlando di passione, fuori dalle tattiche elettorali, pronunciando frasi come: "L'unica alleanza possibile è quella con la coscienza della gente". Il regista ha affermato: "Volevo fare un film con un personaggio che portasse un vento di cambiamento, quello che desideriamo tutti", e ha poi specificato: "Come diceva Camus 'Quando la speranza non c'è, bisogna inventarla'. Il film è proprio questo: un atto di speranza, e lo consegniamo a un Paese che sta smuovendo le sue migliori energie per ritrovare una strada".
Alla domanda se secondo lui il film potrebbe suscitare malumori a sinistra il regista ha risposto chiaramente: "Forse qualcuno sarà indispettito, qualcuno compiaciuto, vedremo… ma non credo che ci sia spazio per strumentalizzazioni. Il mio personaggio semplicemente rimette il pallino della politica nelle mani del cittadini".
In "Viva la libertà", che ha accenti lievi e surreali, come il tango del finto-candidato con la Cancelliera tedesca o il gioco a nascondino con il Presidente della Repubblica, non ci sono riferimenti a protagonisti reali della politica, tranne un richiamo a Berlinguer, che appare in un fotografia. "Sicuramente mi sta a cuore la sinistra e nel film metto in scena anche la sua anima, quello che secondo me dovrebbe essere ancora" ha affermato Andò, specificando poi: "Berlinguer con il suo volto scavato proietta ancora molto negli italiani. Io scommetto positivamente sul futuro, e Berlinguer in questo senso è una specie di talismano".
L'altro talismano del film è Federico Fellini, mostrato nella sua storica battaglia contro l'interruzione pubblicitaria dei film nelle tv private: "Lì c'è l'accento di un uomo che si rende conto che sta per franare una civiltà: è la dimensione del testimone, che noi raccogliamo" ha spiegato il regista.
Toni Servillo ha rifiutato ogni paragone del suo doppio personaggio con Renzi e Bersani, specificando di essersi ispirato per il suo leader fuori dagli schemi a "scrittori, docenti universitari, intellettuali eccentrici". Per l'attore la speranza è che il film "possa servire a far pensare emozionando, perché l'arte deve suggerire, non lanciare messaggi, sostenere o fare ruffianerie". Secondo lui, soprattutto, "il film vuole restituire a questi argomenti qualcosa di leggero, pur nel rispetto della loro serietà, e buttare un sasso in un'acqua che può sembrare stagnante, ma che noi crediamo si posso smuovere".