lunedì 11 febbraio 2013

Per Maurizio Battista "oggi non è giornata"

Maurizio Battista propone sempre se stesso: lo fa in conferenza stampa come in scena, sempre avvertendo che racconta solo cose capitategli di persona, cose vere, ''per questo la gente ci si riconosce e si diverte'', osservandole con occhio ironico, svelando il lato comico del quotidiano e magari usando anche giochi risaputi, come le battute sulla moglie e la suocera, ma senza volgarità e con quell'aria romanesca e bonaria di fondo che rende tutto accettabile. Sara' cosi' anche per ''Oggi non e' giornata'' il suo nuovo recital che debutta la Sistina il 19 febbraio, dove resta un mese, sino al 17 marzo.
Scritto con Riccardo Graziosi, che all'occasione gli fa anche da spalla, e con un ospite d'eccezione, il mimo Monisur David per uno ''strepitoso siparietto fatto con i piedi'', si tratta di uno spettacolo che nasce ''dal sentimento della nostalgia'', come dice lui stesso, ''e senza politici o politica, in cui non mi pare ci sia qualcosa da ridere''. Sara' ''una sorta di confronto tra come vivevano i nostri padri e come vivono i nostri figli, da cui risulta un po' il fallimento di noi, generazione di mezzo, che non abbiamo saputo tramandare quel che ci era stato dato, ma solo una chiavetta Usb e l'I phone.
Perche' non e' che si stava meglio quando si stava peggio: e' che erano migliori le persone, senza pretese, capaci di accontentarsi, in relazione naturale con le cose, con la vita''.
Lo spettacolo, che si svolge simbolicamente in un cinema d'essai anni '60 abbandonato, dove Battista arriva in bicicletta, vista la crisi attuale, e si apre con una lettera piena di sentimento ai figli e si chiude con una altrettanto intensa ai padri, anzi, visto che l'attore si mette in gioco in prima persona, ''a mio padre, con un po' di commozione, vissuto in un mondo in cui le cose, quando si rompevano, si aggiustavano con perizia e non si buttavano via''. Poi Battista comincia a sfogliare un grande abbecedario e, di lettera in lettera compie quel suo personale percorso che passa da un'epoca all'altra, da ieri a oggi.
Comincia quindi dalla A di Alimentazione (coi piatti che negli anni si sono fatti sempre piu' grandi e le porzioni sempre piu' piccole, con la mania del biologico e cosi' via), sino alla Z di Zoppas (alla scoperta degli elettrodomestici), e persino X, che chiude come incognita circa il futuro. Tutto passando per B, Benessere; C, Cultura (con i cinema e i teatri che chiudono facendone ogni volta morire un pezzetto); E, Economia (delle cose come dei sentimenti, che duravano ambedue tutta la vita, ''non come me che ho avuto 2 moglie e varie convivenze, sprecandone tanti'') o V, Vacanza (con un comico raffronto tra la storica 500 e un Suv). Raccontandosi, divagando, mimando, divertendosi anche lui, va avanti quasi all'infinito (''io la gente non la voglio mandar via, deve decidere lei quando vuole andarsene'') e conclude: ''sara' tutto un amarcord: sara' che me sto a invecchia'?''