mercoledì 19 dicembre 2012

Verdone sul set di Albertone

Carlo Verdone gesticola, mima Ferdinando Mericoni (Alberto Sordi) detto Nando che s'acquatta al portone e finge di avere una pistola fumante e invece e' la sua mano. La mattina e' gelida, ma in cielo non c'e' una nuvola e il Portico d'Ottavia con il teatro Marcello da una parte, il ghetto e il portone di S.
Angelo in Pescheria dall'altro e' una delizia. Verdone racconta Alberto Sordi: con il fratello Luca, che fa la regia del documentario, ricorda gli aneddoti del cinema di Albertone nei luoghi in cui si e' fatto. Oggi e' un giorno cruciale: alle 9.30 la troupe si ritrova a Via San Cosimato dove Sordi e' nato il 15 giugno 1920, nel cuore di Trastevere. S'intitola Alberto Il Grande: un nome non a caso altisonante, per Verdone stesso e non solo.
E' l'omaggio alla memoria e alla figura di Sordi a 10 anni dalla scomparsa. Il progetto, voluto e sostenuto dall'Assessorato alla Cultura della Regione Lazio (e realizzato da Arimvideo e Fondazione Alberto Sordi con la collaborazione di Medusa) sara' pronto per la ricorrenza il 25 febbraio per il quale, si apprende, si sta pensando ad un evento importante anche per i romani che quel giorno di 10 anni fa lo salutarono al Campidoglio per l'ultima volta con una processione che sembrava non finire mai.
''America me se senti, America me senti: erano gli anni del mito americano, la musica, le Harley Davidson, le dive e tutta questa americanizzazione nell'aria Sordi la racchiuse in quel personaggio fantastico'' spiega Verdone in Via del Foro Pisciario. Le riprese stamattina da quella prima abitazione di Sordi, nato da un direttore d'orchestra del teatro dell'Opera e da un'insegnante, si sono spostate poi a Piazza Santa Maria in Trastevere, nel cuore del rione. Non casualmente, racconta Verdone alla cinepresa del fratello Luca, In quella chiesa Sordi piccolo fu portato in seguito ad un incidente in cui rischio' di morire, guando guari' sembro' quasi un miracolo, una grazia ricevuta. Poi la troupe si sposta al Portico d'Ottavia e a Via delle Zoccolette (''dove poteva vivere Sordi se non in una via con un nome cosi' buffo?''): qui la storia e' nota. A meta' anni '50 ci abitavano i Verdone e sul vicolo proprio alla stessa altezza, c'era casa Sordi. Era la 'Casa sopra i portici', come Verdone stesso ha titolato il suo libro best seller. Leggenda vuole che Verdone piccolo si divertiva a tirare sassi alla finestra del dirimpettaio Sordi, scherzi da ragazzo, il piu' delle volte si affacciava pero' Aurelia, la sorella: ''a' ragazzi' basta, la voj pianta'''. Poi si gira a Ponte Sisto dove Verdone e Sordi lavorarono fianco a fianco per In viaggio con papa', alla Safa Palatino mitico luogo del cinema di Roma a Piazza Santi Giovanni e Paolo al Celio, dove Sordi montava tutti i suoi film e la serie tv di Storia di un italiano, poi il Circo Massimo e nei prossimi giorni anche al Colosseo, dopo aver battuto il primo ciak nella villa di via Druso dove Sordi ha abitato dal 1958 fino alla sua scomparsa.
Nel documentario anche tante testimonianze di amici, registi, colleghi, collaboratori e studiosi, tra i quali Franca Valeri, Pippo Baudo, Claudia Cardinale, Gian Luigi Rondi, Enrico e Carlo Vanzina, Christian ed Emi De Sica e Carlo Lizzani, insieme a sequenze tratte dai suoi film, video e immagini inedite scovate negli archivi di Medusa, della Rai, di Cinecitta' Luce, della Fondazione Alberto Sordi e dell'Associazione Culturale Enrico Appetito