sabato 15 dicembre 2012

Django, Franco Nero racconta Quentin Tarantino

''E' la sua bestia, e' lui che la deve domare, sarebbe sciocco volerla fare tua, dargli consigli o suggerimenti''. Cosi' Christoph Waltz racconta il suo rapporto, ormai consolidato, con Quentin Tarantino, nato sul set di Inglourious Basterds, film che gli valse l'Oscar come migliore attore non protagonista nel 2010, e continuato ora con Django Unchained. ''Tarantino sa esattamente cosa vuole in un suo film, noi attori dobbiamo solo goderci il giro che ci offre nel suo mondo''.
Django Unchained, in uscita a Natale negli Stati Uniti e il 17 gennaio in Italia, e' forse uno dei migliori film del regista americano. Le recensioni delle testate americane osannano questa che Tarantino considera una storia d'amore e che e' un omaggio agli spaghetti western e al cinema italiano di Sergio Leone e Sergio Corbucci, il regista che porto' in scena il primo Django, interpretato da Franco Nero, ingaggiato anche da Tarantino per un cameo. ''Come ti chiami?'' chiede l'attore italiano a Jamie Lee Foxx, che interpreta il personaggio che da' il nome al film.
''Django - gli risponde questo - la d e' silente''. Tarantino incontro' Franco Nero a Los Angeles, qualche tempo fa, e gli propose la piccola parte: ''Era solo un cameo, quasi mi vergognavo''. Ma Franco Nero accetto' con entusiasmo. Per quanto piccola sia la parte, lavorare con Tarantino e' sempre un grande onore. Anche la colonna sonora del film profuma d'Italia. Elisa canta un inedito di Ennio Morricone, e Tarantino riesce cosi' dare il giusto spazio a quella musica nata per il genere western che l'attore e regista in precedenza aveva utilizzato per gli altri suoi film, di altro genere. Il regista pero' non ama inquadrare i suoi film in generi cinematografici: ''Non e' possibile realizzare un vero spaghetti western come non e' possibile realizzare un vero film noir. I film sono prodotti del tempo in cui vengono creati''.
Django Unchained racconta la storia di uno schiavo, Django appunto, che viene liberato da un curioso personaggio, un dentista e cacciatore di taglie interpretato da Christoph Waltz.
Insieme i due si metteranno alla ricerca della moglie di Django, Broomhilda (Kerry Washington), schiava della tenuta di Calvin Candie (Leonardo DiCaprio). La storia e' intrisa di violenza, come buona tradizione del regista di Pulp Fiction, e Jamie Foxx con una battuta nel film sottolinea la soddisfazione che puo' provare un nero ridotto in schiavitu' nell'uccidere gente bianca. Ma Foxx prende le distanze da certe tensioni razziali che la critica vede nel film e che piu' in generale, e qualche volta a sproposito, vengono attribuite alla popolazione afroamericana. ''La gente nera non vuole vendetta. Io sono una delle persone piu' sensibili al tema nel panorama di Hollywood.
Sono sempre a chiedermi come il pubblico nero accettera' quello che sto facendo eppure, quando passeggio per la strada, io non vedo differenze. Non vedo persone di altre razze, semplicemente non ci faccio caso e la maggior parte delle persone nere, sono sicuro, la pensa come me. La gente nera non e' vendicativa.
Ricordo un episodio che mi raccontava mia nonna, di un ragazzino costretto a nascondersi dal Ku Klux Klan che poi divento' sindaco del suo paese. La gente si chiedeva cosa avrebbe fatto, se si sarebbe vendicato dei bianchi che lo avevano perseguitato.
Disse no, che quello che voleva fare era solo crescere i suoi bambini in un posto in pace. Ecco, anche per me e' cosi'. Voglio solo vivere la mia vita e non avere gente intorno che e' furiosa con me solo perche' sono nero''.
Anche per Kerry Washington questa raccontata da Tarantino non e' una storia di vendetta, ma una storia d'amore. ''Django non vuole uccidere la gente bianca. Django uccide le persone che si mettono in mezzo fra lui e sua moglie, e, certo, quelle persone sono bianche, ma non e' il colore della pelle che motiva Django''. La Washington ha voluto non usare una controfigura in una scena in cui viene frustata. ''E' stata una delle scene piu' emozionanti di tutto il film - dice Jamie Foxx -, certo la frusta non era una di quelle con cui le schiene di tante persone vennero scarnificate allora, ma le frustate erano vere e c'era questa musica di sottofondo, Tarantino lavora sempre con la musica sul set. Ricordo di aver pianto di commozione''.