venerdì 14 febbraio 2014

Vivo o morto, tu verrai con me

Il nuovo RoboCop contro lo strapotere delle multinazionali e la corruzione della polizia
Correva l’anno 1987 e nei cinema usciva RoboCop, il film che avrebbe fatto conoscere al grande pubblico il talento dell’olandese Paul Verhoeven, che dopo un già discreto curriculum avrebbe piazzato con questo film il suo primo grande successo commerciale.
MILF
Era il principio di una saga che avrebbe contato antri due film, neanche lontanamente all’altezza della magnificenza del prototipo, una serie tv e una serie a cartoni animati, oltre che una sfilza di cloni e merchandising di ogni sorta. Era l’inizio di una leggenda e come ogni colpo portato a segno, anche RoboCop è stato destinato ad essere recuperato per una nuova versione per il pubblico odierno.
Le premesse non erano delle migliori. Rating da PG-13 che ne indica lo smorzamento di violenza, look robotico di Alex Murphy troppo differente da quello che conosciamo e un RoboCop veloce, scattante e salterino che cozza non poco con quel rigido ammasso di ferraglia che abbiamo amato. E invece il risultato di questo RoboCop 2014 è davvero buono, grazie alla giusta idea di non rifare per filo e per segno il capolavoro di Verhoeven ma partire dal concept per fare un film completamente diverso.
Al timone è stato chiamato il brasiliano José Padilha, che alle spalle ha il successo dei primi due Tropa de elite, un professionista dallo stile ben riconoscibile che si adatta alle scene d’azione di matrice quasi videoludica e all’approfondimento di tematiche come la violenza e la ridefinizione identitaria. Padilha e lo sceneggiatore emergente Joshua Zetumer puntano tutto su un dato fondamentale che è decisivo dal prendere le distanze dal film originale, ovvero la consapevolezza del detective Alex Murphy (interpretato dall’efficace Joel Kinnaman) di quello che gli è successo. Quindi non un poliziotto morto dentro una macchina, bensì un poliziotto vivo e cosciente a cui si da una seconda possibilità, con tutte le conseguenze che questo può comportare, a cominciare dal sacrificare il suo tempo insieme alla famiglia che lo reclama a gran voce.
Con uno stile solenne e serioso che richiama molto il recente cinema di Chistopher Nolan, non si tralascia comunque una certa aperta satira alla società americana, alla forza manipolatrice dei media e alla politica cinicamente guerrafondaia di alcune multinazionali. Il nuovo RoboCop convince e non mancano le strizzate d’occhio ai fan di vecchia data come il classico tema musicale di Basil Poledouris, i droni ED-209 e l’immancabile battuta “Vivo o morto tu verrai con me!”.