lunedì 22 ottobre 2012

Viva l'Italia, ma solo al cinema

Politici corrotti e disposti a tutto per il potere, figli per nulla dotati piazzati qua e la' grazie alle raccomandazioni. A lavorare all'estero, invece, ci vanno
quelli bravi. Massimiliano Bruno in 'Viva l'Italia' non risparmia nessuno, convinto com'e' che la commedia debba tornare al vero impegno, quello di raccontare la verita', e che questo film, nelle sale da giovedi' in 500 copie, possa essere davvero
utile al pubblico del nostro Paese alla vigilia di elezioni che possono essere determinanti.
''Mettiamoci alle spalle i Moggi, i Corona e i Berlusconi.
Bisogna fare cinema. Se non si parla si e' davvero qualunquisti.
Il mio e' un messaggio schierato: mi pongo il problema che il
film debba essere visto dal popolo, mentre gran parte del cinema
italiano non ha davvero a cuore il pubblico. Bisogna fare la
commedia, e non solo le commediole che abbiamo visto negli
ultimi venti anni, perche' e' quella che parla direttamente alla
gente'', dice Bruno. E quando qualcuno accenna al fatto che Viva
l'Italia potrebbe essere stato scritto da Beppe Grillo, replica
il regista di 'Nessuno mi puo' giudicare': ''Un parallelo con
Grillo? Credo che la commedia in quanto tale sia comunque
un'espressione politica, anche se lo abbiamo dimenticato. Non
deve solo far divertire, ma anche raccontare le volgarita' di
questo paese e della sua classe dirigente. Insomma - sottolinea
Bruno - la mia e' una virata verso quella tradizione che ci ha
regalato film come 'La grande guerra', 'Il sorpasso' e' 'Il
dramma della gelosia' e questo alla vigilia di elezioni molto
importanti che potrebbero permetterci di vivere in un paese
migliore. Grillo? Dice cose giuste, ma in modo sbagliato, ovvero
con troppa violenza. E questo non va bene''.
Cosa racconta il film? Di un importante senatore di origine
meridionale, Michele Spagnolo (Michele Placido), politico
corrotto, senza scrupoli ne' ideali, che a un certo punto viene
colpito da una rara malattia che lo costringe a dire sempre la
verita'. Diventa cosi' promotore di una singolare iniziativa:
creare l'articolo 140 della Costituzione per sancire il diritto
di ogni cittadino a conoscere la verita'. In questa tempesta di
verita' finalmente liberate, sprofonda ovviamente anche tutta la
sua famiglia e soprattutto i suoi tre figli. Ovvero Riccardo
(Raoul Bova), medico integerrimo che non vuole avere nulla a che
fare con il padre; Susanna (Ambra Angiolini), attricetta con una
pessima dizione che lavora solo per il fatto di essere una
Spagnolo e, infine, Valerio (Alessandro Gassman), un buono a
nulla in carriera, sempre grazie al potere del padre.
''Volevo sottolineare i problemi del nostro Paese facendoci
una risata, ma anche una risata amara perche su certe cose c'e'
davvero poco da ridere'', dice il regista.
Comunque una cosa e' chiara, questo film non vuole assolvere nessuno: ''sono tutti condannati. Non c'e' nessuna assoluzione. Non a caso Placido, a fine film,
dichiara di mettersi totalmente a disposizione della magistratura'', conclude Bruno.