lunedì 31 dicembre 2012

The Master dal 3 gennaio al cinema


Cio' che resta dentro i 138 minuti di 'The Master' di Paul Thomas Anderson (Magnolia), film premiato alla 69/ma Mostra del Cinema di Venezia con il Leone d'argento per la Miglior Regia (Paul Thomas Anderson) e la Coppa Volpi per il Miglior Attore (ex-aequo per Philip Seymour Hoffman e Joaquin Phoenix) sono solo i serrati dialoghi e le scene in cui sono presenti questi due straordinari protagonisti maschili.

Ed esattamente Hoffman, nei panni del guru (Lancaster Dodd) di una setta che ricorda anche troppo Scientology, e Phoenix in quelli di Freddie Quell, uomo che non ha mai superato davvero la seconda guerra mondiale ed e' in preda in ogni momento a furie ed alcool.
Che il film, nelle sale dal 3 gennaio distribuito da Lucky Red, si ispiri, con tutte le dovute preacauzioni, alla storia avventurosa di L. Ron Hubbard, fondatore di Scientology, si capisce gia' da come si presenta Lancaster Dodd allo stesso Phoenix: ''Scrittore, dottore, fisico nucleare, filosofo teoretico''. Ma per il resto nel film di Anderson delle teorie della setta di cui e' a capo Lancaster, coadiuvato dalla sua numerosa famiglia compresa la moglie-domina Mary Sue Dodd (Amy Adams), c'e' ben poco.
Si parla di vite passate, di viaggi nel tempo, della scoperta della bellezza della propria esistenza, di buchi temporali e soprattutto di terapia. Ovvero di domande con risposte immediate cui si sottopongono i fedeli con grande devozione e fiducia.
E' quello che in realta' fa anche Freddie che, appena uscito dalla guerra, si da' ad alcool, risse ed e' in preda a un istinto selvaggio incontenibile. L'incontro tra i due, ovvero tra il compassato e fascinosamente furbo Lancaster e l'indomito Freddie, non potra' che creare un corto circuito. Freddie cerchera' nel guru amico quella salvezza che alla fine non riuscira' mai davvero a trovare (non diventera', infatti, mai davvero un adepto). Per Lancaster, invece, il discorso e' del tutto diverso: Freddie resta per lui esattamente quella parte dell'umanita' che vorrebbe controllare, quella zona oscura piena di fascino che continuamente sfugge ad ogni controllo.
Che tra queste due anime cosi' diverse scatti qualcosa di molto vicino all'amore, nel film di Anderson e' abbastanza chiaro.
Ritratto di uomini alla deriva e di arrivisti nell'America del secondo dopoguerra, The Master sesto film di Paul Thomas Anderson e', tra le sue curiosita', il primo lungometraggio, dopo alcuni decenni, ad essere girato utilizzando una pellicola 65mm.