venerdì 4 gennaio 2013

Un successo il teatro Argentina 'trasformato' in balera


Una inesauribile e crudele maratona di ballo, una gara che mette a repentaglio la vita e la salute mentale, un rito pubblico, che in qualche modo riguarda i moderni reality show della 'tv spazzatura' dei nostri giorni.
Ecco lo straordinario spettacolo - mezzo musical, mezzo dramma - che ha trasformato in questi giorni la sala del Teatro Argentina di Roma in una grande balera, con undici coppie di attori-ballerini e quattro musicisti dal vivo, una folla di interpreti che riempiono un palcoscenico che si prolunga in platea, con il pubblico che circonda per tre quarti lo spazio scenico. Lo spettacolo si intitola 'Non si uccidono cosi' anche i cavalli?' ed e' tratto dall'omonimo romanzo di Horace McCoy (1935), che ha ispirato anche un celebre film di Sidney Pollack, con Jane Fonda (1969).
Lo ha scritto e diretto con precisione e convinzione Gigi dell'Aglio, che ha fuso insieme gli Attori del Teatro Due di Parma e quelli del gruppo Balletto civile. Il ballo qui non e' - come spesso accade - la metafora del corteggiamento, la liberazione nel movimento, lo svago e la seduzione. No, qui c'e' la drammatica immagine della spietata lotta per la vita, del sogno di una vincita straordinaria, di un riscatto economico che giustifica una prova estrema.
I ballerini infatti concorrono ad una maratona di ballo, che si prolunga per piu' giorni senza interruzioni o quasi, fino allo sfinimento totale fisico e mentale. Tutto avviene negli anni Trenta, nell'America povera e senza lavoro, quando sono in voga queste prove estreme, che trasformano in moribondi gladiatori del ballo le coppie di giovani disperati. In scena, tutto e' come vero. Gli attori-ballerini danzano continuamente per due ore buone e quasi spingono lo spettatore a gridare ''basta, fermatevi un momento!''. Ma anche le brevi pause nel fiume del ballo sono dense di spettacolo, poiche' le coppie di volta in volta riempiono quei minuti con le loro storie personali, storie di immigrati da tutto il mondo, di operai senza officina, di contadini senza aratro, di aspiranti attori in cerca di una scrittura.
Tutti i personaggi sono impegnati fino allo spasimo, spinti dal bisogno, dalla poverta' e dal sogno di una grossa vincita, ma anche, forse, da una voglia di narcisismo che li porta ad una situazione estrema, mortale; a quello che si potrebbe definire un avvincente musical tragico.