mercoledì 23 gennaio 2013

Nudi come il titolo: 'The Full monty'

"Tuta blu ed elmetto giallo sono il simbolo della disperazione e del riscatto del gruppo di spogliarellisti/disoccupati". Cosi' in conferenza stampa a Roma Massimo Romeo Piaparo ha presentato il musical "The Full Monty". "Come da titolo si tratta di 'Un servizio completo', saranno nudi davvero in palcoscenico", sottolinea il produttore e regista che quest'anno ha investito 2 milioni e mezzo di euro in tre spettacoli: abbiamo gia' applaudito "My Fair Lady", vedremo "Il vizietto" ed ora il 30 gennaio debutta in prima nazionale al Teatro Sistina di Roma "The Full Monty". Lo spettacolo sara' in scena nella capitale fino al 17 febbraio, per poi intraprendere una tourne'e che terminera' ad Aosta il 24 aprile, dopo aver toccato altre 14 localita' del Centro Nord. Il fortunato film di Peter Cattaneo del 1997, che ha e' gia' stato portato in scena in Italia con la regia di Gigi Proietti e Giampiero Ingrassia protagonista, vede nell'adattamento di Massimo Romeo Piparo un marchio di fabbrica italiano: "Dalla periferia delle acciaierie inglesi ci siamo spostati a Torino, luogo simbolo dell'industrializzazione italiana ? dichiara Massimo Romeo Piparo -, sogno di tre generazioni, oggi infranto". Nel cast Pietro Sermonti e' Giorgio Lucariello, uomo separato che e' stato licenziato e che rischia di perdere l'affido del figlio interpretato da Jacopo Sarno (l'unico del gruppo che ha gia' masticato musical con "Datemi tre caravelle" di Alessandro Preziosi e "High School Musical" che vanta oltre 260 repliche). Al grido di "Andiamo a farci prendere in giro da tutti" e' Giorgio a portare in palcoscenico il gruppo di amici spogliarellisti, disperati disoccupati come lui. I compagni d'avventura sono: Paolo Ruffini, alias Marcello De Gregorio, "un personaggio buffo, ironico, ma anche venato di poesia", afferma l'attore, l'unico ? stando al gioco del produttore ? che era pronto a firmare il contratto solo se era obbligatorio spogliarsi in scena! Gianni Fantoni e' Davide Foschi, il miglior amico di Giorgio e l'unico che ha qualche resistenza ad esibirsi a causa della moglie che lo incita ad andare a fare un colloquio in un centro commerciale. Paolo Calabresi e' Aldo Parisi, un dirigente d'azienda che viene invitato a far parte del gruppo perche' ha la moglie che insegna il Cha cha cha e che accetta la sfida perche' non ha confessato alla consorte di essere stato licenziato; Sergio Muniz e' invece un immigrato cubano che viene in Italia per fare l'operaio, ma non trova lavoro. Il sesto compagno d'avventura in "nude look" e' Marco Serafini, che interpreta Daniele Palladino, un giovane anche lui senza lavoro, e nella vita uno dei due disoccupati arruolati nel cast da Massimo Romeo Piparo. "L'ultimo lavoro che ho fatto - afferma il trentottenne di Moncalieri ? e' stato il rappresentante a partita iva. Mi sono presentato al provino perche' era di lunedi', il giorno piu' brutto per un disoccupato: iniziare la settimana senza lavoro". "Avevo pensato ad un solo posto simbolico da dare ad un disoccupato e mi sono rivolto alle organizzazioni sindacali ? spiega il produttore e regista -. Poi alle Officine Grandi Riparazioni di Torino, dove si sono svolti i provini, mi sono imbattuto in Simone Lagrasta, ex falegname che ha imparato a muoversi in pista imitando Michael Jackson allo specchio. Lui non poteva avere il ruolo da spogliarellista/disoccupato, il suo fisico non lo avrebbe reso credibile, reale. Cosi' ho rinunciato ad un ballerino professionista per avere lui che interpreta Tony Giordano, un giovane spogliarellista che da' l'idea al gruppo di disoccupati di mettere in piedi uno spettacolo di streaptease". "Se questo e' un sogno ? afferma il ventiquattrenne torinese attore per caso-, non svegliatemi". A preparare i novelli spogliarellisti e' stato Bill Goodson, che e' stato il primo coreografo dei California Dream Men in America; mentre a testare le loro corde vocali ci sono stati vari coach capitanati dal direttore musicale Emanuele Friello. "Oggi a Firenze si sta dando l'ultimo saluto al regista Massimo Castri? ricorda
Paolo Calabresi -. Aveva un carattere infernale, ma era privo di snobismo intellettuale. Avrebbe apprezzato la mia parte in questo musical".