mercoledì 23 gennaio 2013

Teatro, "L'oro del Reno" a Palermo

Non c'e' sipario, ne' quinte, ne' elementi scenici. Il pubblico del Teatro Massimo ieri è rimasto attonito entrando nella sala dei Basile per assistere alla prima dell'Oro del Reno, prologo del monumentale 'Ring des Nibelungen' di Richard Wagner che ha aperto la stagione 2013 della fondazione lirica palermitana. Qualcuno ha perfino pensato che ci fosse uno sciopero.
Il sipario non c'era, il palcoscenico era visibile in tutta la sua grandezza, senza un solo elemento scenico a dare l'idea che di li' a poco si sarebbe consumato il furto dell'oro alle figlie del Reno da parte di Alberich, che mette in moto la complessa vicenda raccontata nel capolavoro di Wagner.
Il regista inglese Graham Vick ha trasportato i fatti dal tempo indefinito del mito ai nostri giorni, raccontando quello che in fondo l''Anello' di Wagner racconta: la corruzione del potere che porta alla dissoluzione. Per farlo non ha usato scenografie ma lo stesso Teatro, nudo, luogo nato proprio per raccontare la vita.
Per dare l'idea del Reno, ha pensato Vick, bastano 40 sedie di plexiglass le cui trasparenze evocano l'acqua, mosse da quaranta mimi i quali portano in scena le tre figlie del Reno che tentano di sedurre Alberich, vestito da maniaco dell'impermeabile.
Un gioco di seduzione dove il sesso, altra faccia del potere, percorre l'intero spettacolo: anche Wotan ne e' dominato e quando entra in scena Freia, la dea che coltivando le mele da' l'eterna giovinezza agli dei, abbracciandola le palpa i glutei. O l'arrivo di Erda, dea della fertilita', la Gea dei nordici, che Vick veste come Anita Ekberg nella 'Dolce Vita', illuminata da un occhio di bue.
Morbida e sensuale, mimando in scena un amplesso con Wotan e seducendolo, lo convince a rinunciare all'anello.
Ma e' sul denaro che si costruisce il potere. E il Nibelheim, mondo sotterraneo dove vivono i Nibelunghi assoggettati da Alberich dopo il furto dell'oro, diventa con Vick la sede di una Borsa valori, con il tabellone dove scorono le quotazioni dei titoli. I 40 mimi in questo caso danno vita ad agenti finanziari, grigi e tutti uguali, disumanizzati davanti ai loro computer, costretti a tirare cocaina per lavorare senza freno alle speculazioni finanziarie che arricchiscono sempre di piu' Alberich, qui con sigaro e abito di grisaglia grigio.