martedì 30 ottobre 2012

''Edipo Tiranno'' allo Stabile di Genova

''Ogni volta che lavoro a una tragedia greca rimango stupefatto dalla drammaturgia. E' una forma di teatro assoluta: non c'e' parola, non c'e' verso che non sia azione pura'': parola di Marco Sciaccaluga, il
condirettore dello Stabile, che oggi con il direttore Carlo Repetti ha presentato la nuova produzione del Teatro genovese, ''Edipo Tiranno'' di Sofocle, nella versione italiana di Edoardo Sanguineti.
Lo spettacolo debuttera' il 9 novembre alla Corte e sara' replicato fino al 2 dicembre. Interpreti principali, Nicola Pannelli (Edipo), Eros Pagni (il Coro), Federica Granata (Giocasta) e poi Federico Vanni, Aldo Ottobrino, Roberto Alinghieri, Massimo Cagnina, Orietta Notari. Le scene sono di Catherine Rankl e Jean-Marc Stelhé, le musiche di Andrea Nicolini.
''Con tutto rispetto per quello che ha fatto diventare Edipo un complesso – dice Sciaccaluga – la sessualita' non e' al centro della tragedia. Elemento fondamentale e', piuttosto, la tragedia della razionalita'. Si racconta la storia di un re primitivo, calato in una societa' molto lontana dalla nostra e
per certi versi forse anche vicina. Costumi e scene alludono a epoche arcaiche ma sono volutamente disorientanti, non danno riferimenti precisi, cosi' come la musica che sfrutta strumenti antichi e moderni insieme. La scena e' una sorta di Golgota, una collina della vergogna, molto spoglia e semplice''.
''E’ una rilettura moderna della tragedia forse piu' grande in assoluto – e' il parere di Eros Pagni –. Da li' sono partiti tutti, da Shakespeare per arrivare ai giorni nostri. Io interpreto il Coro. Nei miei ricordi di Accademia, il Coro era di una noia mortale, con declamazioni e lamenti insopportabili.
Oggi affidare il Coro ad un unico personaggio vuol dire puntare su una rappresentazione piu' vera e, spero, sopportabile. E poi non dimentichiamo che la traduzione, autenticamente poetica, e' di Sanguineti''.