domenica 4 novembre 2012

Addio a Han Suyin

Han Suyin, nome d'arte della scrittrice inglese Elizabeth Comber, autrice del romanzo bestseller ''L'amore e' una cosa meravigliosa'' da cui e' stato tratto l'omonimo film, e' morta venerdi' sera a Losanna, in Svizzera, all'eta' di 95 anni. I funerali si terranno giovedi' prossimo nella citta' svizzera dove viveva da anni. Nata in Cina nel 1917 da padre cinese e madre inglese, studio' medicina a Pechino e poi a Bruxelles; rientro' in Cina allo scoppio della guerra sino-giapponese, sposo' un generale di Chiang Kai-shek e scrisse il suo primo libro, ''Destinazione Chungking'' (1938).
In seguito alterno' l'attivita' di medico a quella di scrittrice, ottenendo grande successo internazionale con ''L'amore e' una cosa meravigliosa'' (1952, Bompiani), che divenne un film del regista Henry King nel 1955 con protagonista l'attrice Jennifer Jones.
E' la storia semiautobiografica di Han Suyin, una dottoressa di origini eurasiatiche che lavora in un ospedale di Hong Kong. E' vedova di un generale cinese fucilato dai comunisti: questa dolorosa esperienza la convince a rinunciare per sempre all'amore. Ma una sera conosce un giornalista americano, Mark Elliott (interpretato al cinema da William Holden), e tra i due nasce un forte sentimento d'amore.
I due innamorati desiderano sposarsi, ma mentre i genitori di lei le concedono il permesso, la moglie di Mark, da cui lui e' separato da anni, non vuole divorziare. Suyin sara' vittima delle convenzioni sociali, poiche' Mark non riuscira' ad ottenere il divorzio dalla moglie e la loro relazione sentimentale sara' bollata come extraconiugale, per cui perdera' il posto in ospedale. Il loro rapporto che fino ad allora l'aveva resa forte verra' interrotto dalla morte di Mark mentre faceva un reportage sulla guerra di Corea e le parole delle sue ultime lettere tenteranno di consolarla nel finale, quando avra' una commovente apparizione dell'amato.
La notorieta' di Han Suyin e' anche legata alla cosiddetta "trilogia cinese", nella quale le vicende autobiografiche si intrecciano con gli avvenimenti che sconvolsero la Cina tra la caduta dell'Impero e la vittoria della Rivoluzione comunista: ''L'albero ferito'' (1964 Bompini), ''Un fiore mortale'' (1966), ''Estate senza voli'' (1968). Ha poi scritto una biografia di Mao Tse-tung, ''Mao Tse-tung, una vita per la rivoluzione'' (1972), e ''Il vento nella torre'' (1976), oltre a un saggio economico e politico, ''La Cina nell'anno 2001'' (1967).
I suoi libri scaturiscono sia da documenti sia da racconti, inchieste e interviste condotte dall'autrice presso i protagonisti degli avvenimenti di cui si parla, e forniscono un quadro avvincente della societa' cinese e delle sue trasformazioni, tanto da consentire ad Han Suyin di essere riconosciuta, nonostante la sua formazione culturale occidentale e le sue origini sociali, come ''una voce della Cina". Tra gli altri suoi romanzi tradotti in italiano figurano ''La incantatrice'', ''La montagna e' giovane'' e ''Finche' verra' il mattino'', tutti pubblicati da Sperling e Kupfer.