lunedì 5 novembre 2012

Danza, Romaeuropa diventa "gaga"

L'esplosiva vitalita' della danza, l'ironia e l'eleganza del gesto arrivano a Romaeuropa con Batsheva Dance Company e Ohad Naharin, coreografo e direttore artistico del gruppo, inventore del particolarissimo metodo "gaga". Due le coreografie in programma, entrambe all'Auditorium Conciliazione che corealizza il progetto: Deca Dance giovedi' 8 e Sadeh 21 venerdi' 9, ore 20.30. Passato presente e futuro di Batsheva, la piu' celebre compagnia di danza israeliana, in un focus centrato sul lavoro del suo direttore artistico Ohad Naharin con i danzatori in oltre vent'anni di sodalizio, e articolato in due coreografie: Deca Dance, un lavoro a struttura aperta che raccoglie i momenti piu' significativi del passato, e Sadeh 21, la loro ultima produzione. Fondata nel 1964 da Batsheva de Rothschild, discendete del ramo francese della dinastia di banchieri e imprenditori, e da Martha Graham, chiamata da New York come direttore artistico, la compagnia Batsheva mostra nelle sue prime produzioni un segno decisamente "Graham" Con l'arrivo di Naharin come direttore artistico nel 1990, la compagnia assume un tratto assolutamente originale, evidente anche quando il gruppo lavora con altri coreografi. Il rapporto di Batsheva con il suo direttore artistico e' non a caso il punto di partenza di Deca Dance, concepito nel 2000 per il decennale del sodalizio artistico, una sorta di montaggio del repertorio della compagnia ma in continua evoluzione, anche a seconda delle citta' nelle quali lo spettacolo viene proposto. La coreografia in scena a Romeuropa comprendera' infatti sezioni dai lavori piu' recenti come MAX del 2007 e Three del 2005, affiancati a brani coreografici da Zachacha del 1998, Anaphaza del 1993, Z/na del 1995, Mabul del 1992, Kyr del 1990 e Black Milk del 1985, spettacolo precedente all'arrivo di Naharin in compagnia. Si arriva cosi' a Sadeh 21, l'ultima
creazione di Naharin per e con Batsheva, dove i danzatori sono interpreti ma anche coautori della coreografia che si apre su 18 assoli, uno per ogni interprete in scena, seguiti da duo e squarci di gruppo, sospesi in una ambientazione astratta costruita dalle scene e le luci di Avi Yona Bueno, e una intrigante colonna sonora curata da Maxim Waratt, che spazia da Brian Eno alle musiche di Angelo Badalamenti per Mulholland Drive di David Lynch. Audace, sensibile e divertente, questa coreografia e' una sorta di 2001. Odissea nello spazio in forma danzata: la rotta pero' non e' verso un satellite di Giove ma nella danza e nei corpi attraverso il loro movimento. Cosi', piu' che degli spazi siderali di Kubrick e' giusto parlare di campi (ovvero sadeh) nei quali Naharin e i suoi danzatori si spingono, quindi l'emotivita', la violenza, la solitudine, la sensualita', il tempo. La particolarita' di Batsheva e' anche nel metodo di lavoro "gaga", creato da Naharin con i danzatori, una tecnica di esplorazione del corpo e di presa di coscienza del movimento, tesa alla scoperta di come il piu' semplice gesto abbia una sua eco, coinvolgendo muscoli, tendini, sangue, nervi lontanissimi. Secondo il "gaga", lo specchio della sala prove viene infatti rigorosamente coperto per spingere il danzatore alla ricerca del movimento dentro di se', all'interno del proprio corpo.