martedì 27 novembre 2012

Amleto è cieco e balbuziente

''Se affronti Amleto, la domanda che ogni personaggio si deve porre e' la stessa che si pone il principe: ovvero essere o non essere. Ogni Amleto e' uno spettacolo sul teatro, come diceva Stanislavskij. Il mio ruolo e' quello di un balbuziente che non ci vede, insomma si cade sempre nella rappresentazione di se stessi. Una rappresentazione che pero' deve essere superata''. Cosi' Filippo Timi (nella foto) racconta il suo 'Amleto 2. Il popolo non ha il pane? Diamogli le brioche', versione cinematografica firmata da Felice Cappa del suo spettacolo teatrale dedicato alla figura di Shakespeare, passata oggi al Torino Film Festival nella sezione Festa Mobile. Un Amleto davvero singolare il suo, destrutturato, insieme pazzo e sano di mente, attore che deve confrontarsi con se stesso. Un Amleto folle, colorato, tragico ma anche comico. Anche ogni personaggio della sua piece come di questo film deve rileggere se stesso non solo come ruolo ma anche individualmente, come in una specie di analisi psicanalitica. Un Amleto al quadrato, come indica il titolo, in cui c'e' chiaramente anche un'analisi sul potere che e' comico e tragico allo stesso tempo.
Ma anche, ovviamente, un omaggio a Carmelo Bene, ''partendo dal dato di fatto che per me Carmelo Bene e' come Einstein, non si puo' non tenerne conto. E' impossibile imitarlo, ma io ci gioco e poi lo metto da parte. Bisogna andare oltre. Io - continua Timi - adoro anche Petrolini, Cecchi. Sono 400 anni che si rappresenta quest'opera di Shakespeare e per me ormai e' come una rapsodia in cui ci deve entrare tutto''. E come esempio l'attore sottolinea: ''In questo mio spettacolo succedono cose davvero bizzarre, la gente ride tantissimo ma poi si commuove''. Nello spettacolo di Timi, insomma, c'e' tutto il colorato e folle mondo di un principe di Danimarca elevato a potenza. ''Attendo con curiosita' le reazioni del pubblico cinematografico alla visione tridimensionale di Amleto, uno spettacolo forte e intenso, a tratti aggressivo e prepotente. Passare dalla 'quarta parete' alla terza dimensione e' un salto notevole per il teatro. Impensabile fino a qualche anno fa, ma oggi in grado di generare nuovi scenari del rapporto tra arte teatrale e i nuovi media'', dice Andree Ruth Shammah, responsabile del teatro Franco Parenti e produttore del film. Infine per Filippo Timi ancora un'altra sfida che attinge al mondo dei classici: ''Ora sto preparando per il teatro un Don Giovanni tutto particolare''.