sabato 1 dicembre 2012

TFF, Zima, Uhod!: due mesi a Mosca

C'e' amarezza, tristezza per ''i giochi fatti'', ovvero la rielezione di Putin a presidente della Russia per la seconda volta, ma anche ironia, voglia di vivere e ottimismo nell'irrazionalita' di tutte le rivoluzioni destinate, un giorno o l'altro a vincere, nel documentario 'Zima, Uhod!
(Winter go away)', visto oggi in anteprima al Torino Film Festival.
Per l'occasione dieci film-maker, diplomatisi alla famosa scuola di cinema e documentario di Mosca Teatr.doc, coordinati dalla direttrice e regista Marina Razbezhkina, hanno trascorso due mesi per le strade della capitale russa a riprendere manifestazioni, cortei, interviste poi censurate, gruppi di giovani blogger e anche, ovviamente, le Pussy Riot divenute emblema di quello, che, secondo il titolo, doveva essere l''ultimo inverno russo' in vista di una primavera di liberta'.
Vi e' riportata sia la scena della loro 'blasfema' azione dimostrativa di marzo di quest'anno nella Cattedrale di Cristo Salvatore, sia una loro intervista da parte di un film-maker nella quale, le cinque ragazze, con il capo incappucciato, spiegano le loro motivazioni, ovvero la voglia di liberare il paese da Putin e dai suoi uomini. Ma tanti a Mosca non sono d'accordo con la loro protesta, come riporta un altro spezzone del documentario in cui vengono intervistati passanti ortodossi e convinti sostenitori di Putin che gridano allo scandalo e al rischio di disintegrazione della Russia se le Pussy Riot e i loro fan avessero successo politico.
''Questo film - spiega nelle note di regia Mikhail Ugarov, curatore del film insieme alla Razbezhkina - ci ha mostrato l'aspetto irrazionale della nostra storia contemporanea, un'irrazionalita' che pero' non viene ammessa ne' da chi e' a favore di Putin, ne' dai suoi avversari, ma che c'e', di fatto, in ogni rivoluzione''.