martedì 27 novembre 2012

TFF, 700 pecore nel cuore di Milano

'L'ultimo pastore', documentario di Marco Bonfanti passato al Torino Film Festival, ha fatto un piccolo miracolo: portare un gregge di 700 pecore nel cuore di Milano ed esattamente davanti al Duomo. Il documentario racconta infatti la storia incredibile di Renato Zucchelli, un corpulento gigante dagli occhi buoni da bambino che di lavoro fa appunto il pastore nomade come quelli di una volta. Il fatto straordinario e' che lui fa questo per sua scelta e vive gran parte dell'anno tra le montagne, insieme alle sue pecore, agli asini e al fedele cane.
''Renato sembra un orco delle favole giunto da chissa' quale tempo - spiega il regista -. Ha gli occhi dolci, il sorriso gentile e sembra un uomo d'altri tempi e di altri sentimenti. Questa sua purezza, questa sua innocenza mi hanno ispirato la storia di questo viaggio bizzarro. Mi hanno fatto tornare bambino proprio come lui. E cosi' ho scritto una sceneggiatura e dialoghi piuttosto precisi, cercando di riflettere sul concetto di liberta' nel nostro secolo, creando un personaggio ossessionato dal compimento di una strampalata missione: portare la sua idea di liberta' e i suoi sogni alle nuove generazioni''. E nel documentario 'L'ultimo pastore' c'e' davvero la storia di questa ossessione. Quella appunto di Renato Zucchelli di riuscire a portare le sue pecore ai bambini della citta' che non conoscono piu' gli animali. Il suo sogno e' portare il suo gregge nel centro inaccessibile della citta', piazza del Duomo, per incontrare un gruppo di scolaresche delle elementari. E sara' per il pastore una vera e propria odissea perche' il suoresta un gesto incredibile e bizzarro che alla fine, come per un miracolo, si realizza.
''Il viaggio bizzarro di Renato verso la conquista della citta' - spiega Marco Bonfanti - ci racconta un cambiamento. Con gli occhi incantati da bambino che il protagonista serba ancora, riusciamo davvero a scorgere fino a dove ci ha condotto la nostra inarrestabile sete di modernita'. Senza retorica e in modo semplice e fiabesco, l'esempio di Renato ci pone di fronte a tutto quello che abbiamo scelto di abbandonare per seguire la strada del progresso e per rincorrere la via della modernita'''. La stessa strada che tutto l'Occidente ha percorso e che ormai si e' rivelata fallimentare, fino a porci nelle condizioni di tentare una via alternativa, alla ricerca delle radici perdute.