mercoledì 5 dicembre 2012

Al via il viaggio de 'Il ratto d'Europa'

E' possibile - si chiedevano Brecht e Durrenmatt negli anni '50 - raccontare il mondo attraverso il teatro? E' da qui che il regista Claudio Longhi e' partito per la creazione del progetto 'Il ratto d'Europa. Per un'archeologia dei saperi comunitari', un viaggio-inchiesta alla ricerca della nostra idea di Europa affidato ai linguaggi della scena, al via da venerdi' al 14 dicembre a Roma.
"Non un semplice spettacolo dunque - ha affermato Longhi - ma un articolato percorso laboratoriale finalizzato ad una messa in scena mediante il quale l'intera citta' sara' chiamata, idealmente e letteralmente, al racconto scenico del suo rapporto con l'Europa".
'Il ratto d'Europa' e' infatti un nuovo sistema creativo, ideato come un percorso a tappe, che vede coinvolti il teatro di Roma e l'Emilia Romagna teatro, alla scoperta della nostra identita' culturale e in particolare europea che si svolgera' in diversi luoghi della citta': nelle scuole, nelle biblioteche, nelle associazioni culturali, nei musei e nelle case protette.
La settima romana si aprira' venerdi' alle 14 negli ex Studi De Paolis con l'appuntamento 'Atelier Europa' e si chiudera' il 14 dicembre al Museo Centrale Montemartini con la mise en espace di 'Euromemoria'. Da questi momenti si avvieranno, in seguito, dei gruppi di riflessione, scrittura e lettura, che confluiranno poi nello spettacolo finale, l'anno prossimo, al teatro India di Roma.
Il progetto si concludera' infatti con la messa in scena dello spettacolo 'Il ratto d'Europa' in cui, a partire dal mito del rapimento di Europa, bellissima principessa fenicia di cui Zeus si innamora e per averla si trasforma in un toro. Del racconto mitologico, sulla scena, verranno proposte diverse letture, da quella classica di Ovidio a quella piu' moderna di Bontempelli, sulle quali si innesteranno delle riflessioni sul senso della Storia.
Il sottotitolo dell'iniziativa infatti, strizza l'occhio all''Archeologia del sapere' di Michel Foucault, da cui Longhi ha ricavato l'idea che la "Storia sia qualcosa di composito, discontinuo e aperto che bisogna ricucire". Questo tentera' di fare il gruppo di attori diretti dal regista bolognese.