mercoledì 5 dicembre 2012

“Le Intellettuali” di Molière viste dalla compagnia Divago

Venerdì 7 dicembre alle ore 21 va in scena al Teatro Cardinal Massaia di Torino “Le Intellettuali”, celebre testo di Molière, qui rivisto in chiave moderna dalla compagnia Divago. Rappresentata per la prima volta a Parigi al Palais Royal nella stagione 1672-73 (l'ultima di Molière) "Les femmes savantes” (“Le intellettuali”) ebbe subito un gran successo di pubblico e di critica. Allora come oggiAggiungi un appuntamento per oggi, l'argomento era di grande attualità: da un lato la critica alla funzione che certi intellettuali avevano via via assunto nella società, dall'altro l'emancipazione culturale che le donne rivendicavano ad una società che tendeva allora come oggiAggiungi un appuntamento per oggi a relegarle al loro ruolo tradizionale. Femminismo "ante litteram" dunque, esposto agli strali della feroce ironia di Molière. Strali dai quali però non si salva neppure il mondo borghese che con la sua "sana" etica tradizionale e reazionaria si contrappone al mondo delle "intellettuali".
Non ci sono quindi buoni e cattivi in questo testo geniale e divertente, ma soggetti (servi, innamorati, tartufi, bravi borghesi, vecchie pazze, casalinghe visionarie, giovinette vogliose o represse) immersi in una girandola di idee, un fuoco d'artificio fatto di temi quali la condizione femminile, il problema della coppia, l'antagonismo maschio-femmina, il rapporto cultura-stato, impegno-disimpegno ecc.
Una commedia che pare, oggiAggiungi un appuntamento per oggi più che mai, attuale grazie all'irresistibile vena ironica e dissacratoria di Moliere che nulla e nessuno risparmia, denudando col sarcasmo il velo di ipocrisia e conformismo di ciascun personaggio. La finzione non può che reggersi sull'omertosa e interessata complicità di ogni individuo, unico possibile tentativo di resistere alla risata denudante delle masse.
Un allestimento essenziale che promette un inevitabile divertimento, rinunciando però a parrucche e crinoline per eliminare la distanza data dal costume: pur nel totale rispetto del testo si opta per un'ambientazione che richiama astrattamente gli anni Trenta e rende i personaggi riconoscibili e identificabili con tipi umani ben comuni anche nel 2012, nella convinzione che gli anni corrono sul calendario ma le motivazioni dell'umano agire rimangono spesso costanti nella storia.
Regia di Luciano Caratto.