Clima da derby calcistico, con
ultras a dir poco accaniti, ieri sera alla Scala per
l'inaugurazione della stagione della Filarmonica che ha segnato
il ritorno del mezzosoprano Cecilia Bartoli sul palco del teatro
milanese dopo 19 anni.
L'inizio dell'esibizione, diretta da Daniel Barenboim,
sembrava presagire un trionfo con la sinfonia n. 33 di Mozart e
una serie di arie di Haendel, tutte applaudite e l'Exultate
Jubilate di Mozart, per cui Bartoli ha tolto l'abito di seta
verde che indossava per mettere abiti maschili settecenteschi in
onore del castrato Venanzio Rauzzini che fu il primo interprete
alla chiesa dei Teatini a Milano.
Dopo l'intervallo, pero', e' toccato a Rossini. Prima il
recitativo 'O tu del mio dolore', canzone del Salice e preghiera
di Desdemona da 'Otello' e poi 'Nacqui all'affanno... Non piu'
mesta' dalla Cenerentola. Ed e' qui che sono iniziati i buu ma
anche le proteste ai buu, in un clima da stadio sempre piu'
acceso. Qualcuno ha urlato 'Povero Rossini', qualcuno ha
risposto 'povera Grisi' facendo riferimento a un blog d'opera
che si definisce ''di melomani hobbisti''. Insomma curve contro
curve.
Dopo un momento di discussione con Barenboim, Cecilia Bartoli
e' nuovamente uscita per il bis, il direttore ha fatto tacere
il pubblico sollevando le mani e dicendo ''qui siamo in un
concerto, tutti zitti''. E lei ha iniziato a cantare di nuovo
'Non piu' mesta' con applausi a scena aperta e qualche
contestazione. Poi il concerto e' proseguito con la sinfonia n.
40 di Mozart, e otto minuti di applausi unanimi hanno concluso
una serata di spettacolo indimenticabile per il pubblico.