martedì 4 dicembre 2012

Hipsters, Valeri Todorovski al Farnese di Roma

Ascoltavano e ballavano musica jazz, Glenn Miller e poi il rock and roll, a Mosca, Leningrado, e piano piano, fra gli anni quaranta e la fine degli anni cinquanta, anche in altre citta' sovietiche. Erano l'anti gioventu' comunista sfuggita alle cronache: i ragazzi, con il ciuffo a banana, giacche a quadretti, calze a righe e camicie sgargianti , le ragazze truccate, pettinature elaborate e abiti svolazzanti.
La loro non era una protesta politica, spesso erano figli di esponenti dell'elite, ma le autorita' avviarono comunque un opera di dissuasione e poi di repressione. Venivano chiamati ''stiliaghi'' e a loro e' dedicato il musical ''Hipsters'' di Valeri Todorovski, che verra' proiettato al Cinema Farnese di Roma questa sera, nell'ambito del VII Festival del Cinema russo ''Padri e figli: due generazioni a confronto'', con il titolo del romanzo di Turgenev usato per per presentare dinastie di registi piu' frequenti in Russia che non in altri paesi.
''La comparsa di questo fenomeno decisamente ancora poco studiato e analizzato puo' essere letto come un primo campanello di allarme, una prima crepa all'interno del sistema sovietico, anche perche' denoto' la palese diseguaglianza sociale e culturale in atto nel paese'', spiega all'Adnkronos Olga Strada, che cura la rassegna dalla sua prima edizione. Gli stiliaghi ''provenivano infatti da famiglie dell'elite sovietica, erano figli di diplomatici, medici, registi e scrittori, di famiglie cioe' che avevano la possibilita' e mezzi estranei alla gran massa della popolazione non solo ideologizzata ma impegnata a pensare a sopravvivere'', aggiunge Olga Strada, sottolineando tuttavia che il fenomeno interesso', espandendosi, anche fasce meno abbienti.