venerdì 23 novembre 2012

Il 'Risotto' torna in Italia

Dopo il debutto romano nel 1978 e aver girato il mondo intero per oltre trenta anni, sino al successo recente delle 30 recite a Parigi un anno fa e a Clais il mese scorso, lo spettacolo 'Risotto' di Amedeo Fago e Fabrizio Beggiato torna in Italia sabato e domenica al Teatro Funaro di Pistoia, nuovo spazio polivalente cui e' andato il Premio dei Critici Teatrali 2012. 'Risotto' racconta la storia di un'amicizia lunga cinquanta anni, nata sui banchi del liceo tasso nel 1955, il tutto nel tempo di cottura di un risotto d’eccezione: Amedeo Fago e Fabrizio Beggiato, condividendo con gli spettatori la cronaca del loro quotidiano, ripercorrono con ironia, altrenando qualche malinconia con una vena comica, la loro storia e quella di di una societa' italiana che e' andata trasformandosi profondamente e che ci riguarda da vicino. Naturalemnte sono gli anni della giovinezza, della contestazione, a avere piu' spazio in questo excursus che, attraverso le vite private dei due protagonisti, finisce per parlarci della realta' del nostro paese.
Mentre Amedeo Fago, cineasta e scenografo di film di Marco Bellocchio, Elio Petri, Lina Wertmueller, dialoga, commenta e ricorda con Fabrizio Beggiato, oggi docente di Filologia romanza all'universita' di Tor Vergata, questi prepara un grande risotto del quale, nell'ultima parte dello spettacolo descrive ed esalta l'arte e la filosofia e, infine, condivide con gli spettatori. fago ricorda cosi' la nascita di 'Risottto': ''il 24 settembre 1978 ho iniziato la mia attività di autore teatrale. Dieci anni prima, per l'esattezza nel maggio 1968, avevo lasciato crescere la mia barba. Una barba folta e fluente che, insieme ai capelli lunghi, mi dava quell'aspetto sessantottino che immediatamente veniva associato all'idea di contestatore, di ribelle, di provocatore. Negli anni successivi al Sessantotto, come molti della mia generazione, vissi momenti di crisi profonda, e cominciai a cercare le ragioni di quel malessere che in molti prendeva la strada della follia, 'la follia della rassegnazione e della non rassegnazione'''.
Questo spettacolo, nato nel contesto dello sperimentalismo romano degli anni '70 e ormai considerato un classico del teatro d'avanguardia e impegnato, il cui trentennale fu festeggiato nel 2009 alla Triennale di Milano, continua a essere richiesto (torna in Francia tra poco e poi dovrebbe riarrivare a Roma nel 2013) probabilemnte perche' si basa su due temi, il cibo e l'amicizia, che sono coinvolgenti e universali, unendoli a una bella, ironica, seria, capacita' di ritrattare, di riflettere, di rievocare criticamente e con ironia capitoli della propria storia personale (amori, separazioni, lavoro, analisi) e
pubblica.