sabato 24 novembre 2012

TFF, Jennifer Lynch sulle orme del padre

''Ammazzare mio padre? Non ci ho mai pensato. Ho ottimi rapporti con lui. Siamo due amici e i suoi film per me sono come montagne sacre. E questo solo perche' li fatti lui, li amerei anche se avesse fatto mobili''. Cosi' Jennifer Lynch parla oggi al Festival di Torino, dove ha presentato 'Chained', film d'apertura della sezione 'Ossessioni e possessioni', dell'ingombrante padre, regista, sceneggiatore, produttore, pittore e attore.
La regista, classe 1968, mette in scena con 'Chained' un thriller-horror con protagonista un serial killer con attitudini didattiche. Protagonista Bob (Vincent D'Onofrio), un autista di taxi corpulento e dallo sguardo inquietante, che non porta mai il suo cliente alla destinazione voluta. Preferisce infatti scaricare le donne nella sua casa isolata e farle a pezzi. E' quello che tocchera' anche al giovane Tim (Evan Bird) e a sua madre (Julia Ormond). La donna fara' subito una brutta fine, mentre Tim (soprannominato Rabbit da Bob) diventera' una specie di singolare figlioccio per il mostro. Una sorta di addetto alle pulizie della casa, opportunamente incatenato.
Tra i deliri notturni di Bob (che sogna la sua infanzia piena di violenze e abusi) e i suoi molteplici omicidi, Rabbit cresce ed e' ormai un ragazzo (interpretato da Eamon Farren) e sembra anche pronto per prendere il posto del suo sostituto-padre aguzzino.
Intanto le catene. ''L'idea di utilizzarle - dice la regista di Boxing Helena - mi serviva per dare l'idea che Rabbit fosse ancora piu' costretto nella casa, per una specie di continuazione dell'abuso nei suoi confronti''. Cosi' per il vuoto desolato che circonda la casa di Bob: ''Volevo creare visualmente quello che avviene nel suo intimo. Dentro di lui c'e' un grande vuoto, non c'e' nessuna gioia, nessun amore''.
Comunque, spiega ancora Jennifer Lynch, ''non mi sono ispirata a fatti reali, se non forse nel mio inconscio. Spero pero' che questo film apra un dibattito, faccia pensare. Anche perche' vittima di queste cose sono quasi sempre i bambini''.
La non conversione al male di Rabbit ''si spiega - dice la regista - per il fatto che un po' d'amore della madre e' rimasto nel suo cuore e questo, alla fine, lo salva''.
Le molte telecamere che si vedono in 'Chained' ''fanno parte della filosofia dei miei film che sono sempre legati al voyeurismo, quello del guardare e quello dell'essere visti'', sottolinea.
Jennifer Lynch ha gia' in testa i prossimo film. dal titolo 'Fall from Grace', mentre il padre ''per ora - dice - e' tutto concentrato nella pittura, ma credo che stia pensando a qualcosa da girare il prossimo anno''.